Le Vie dello Spirito

002 – Febbraio 2019

Carissimi amici e fratelli, il mese scorso vi ho mandato la Prima Parte della trascrizione di quanto ho detto a braccio durante la conferenza dal titolo “I Segni dei Tempi”, tenuta all’Hotel San Giorgio di Civitavecchia (Rm) il 16 dicembre 2018. Come già vi scrissi, il testo non nasce come testo scritto e così il linguaggio che vi riscontrerete riflette inevitabilmente quello parlato. Forse in alcuni passaggi la lettura non sarà sempre agevole, ma ci tengo a farvi partecipi dei contenuti trattati in funzione dei tempi che stiamo vivendo. Un caro abbraccio. Vostro fratello Giorgio

Conferenza “I Segni dei Tempi”
di Giorgio Dibitonto
Civitavecchia, 16 dicembre 2018
SECONDA PARTE

Cari amici e fratelli,
nella seconda parte della conferenza che ho tenuto a Civitavecchia, dopo una pausa di relax di qualche minuto, ho ripreso la parola e il dialogo con i presenti. Mi sono sentito di ripetere che tutti noi “siamo chiamati a un risveglio, a risvegliarci, a scuoterci da un certo torpore spirituale e a liberarci dalle false coscienze”, alle quali avevo fatto cenno poco prima. L’obiettivo è quello di riacquistare una coscienza di chi siamo e di quello che siamo venuti a fare in questo mondo.
A questo scopo, ho letto le parole del capitolo 10 di “Angeli in astronave”, la Donna Sublime: “«Noi», disse con voce accorata e soave, «invitiamo tutti gli uomini di buona volontà ad alzare gli occhi al cielo, a essere migliori anche soltanto per pochi minuti ogni giorno, ad aprire anche un solo spiraglio alla bontà e all’umiltà, affinché i loro occhi si possano aprire ed essi possano vedere chiaramente tutta la pericolosità dell’attuale situazione sulla Terra. Allora, e solo allora, noi potremo far penetrare nel loro cuore il nostro messaggio di speranza e di salvezza. Non occorre fare molto, ma quel poco si faccia in ogni cuore e nelle azioni semplici di ogni giorno».
Sospirò e disse ancora: «Nessuno, proprio nessuno, sulla Terra può ormai salvare il pianeta dalla rovina alla quale è stato avviato da uomini insensati. La salvezza verrà dal cielo; ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, di un po’ di bontà e di conversione al bene che ognuno può operare in se stesso e dove vive: ognuno può mettere una piccola pietra; tante pietre saranno da noi radunate e poi faremo il resto affinché l’edificio dell’Amore e della salvezza sia edificato per il futuro»”.
Questo è un grande ammaestramento perché spesso pensiamo che se non facciamo cose eclatanti, se non facciamo chissà quali grandi cose, non stiamo facendo niente. Questa è una bella tentazione a non fare niente: sul piano dello Spirito, anche la minima cosa che facciamo con amore, che facciamo avendo coscienza di quello che facciamo, è una cosa sempre molto grande.
Dalle richieste del Cielo, non ci viene detto di fare chissà cosa, ma di mettere una piccola pietra ogni giorno affinché tante pietre vengano radunate da Loro, con l’assicurazione che Loro faranno il resto affinché l’edificio dell’Amore e della salvezza sia edificato per il futuro.
Il commento che sento di fare è proprio questo: ci viene chiesta una coscienza più consapevole, quella che ci suggerisce che possiamo operare sempre e in tutto uniti agli Angeli, a Gesù, alla Madre Celeste e a tutti i Fratelli Celesti che ci stanno conducendo e aiutando. Tutto il Cielo è impegnato con noi, con tutti gli uomini di buona volontà, in questo tempo finale. Nessuno di noi è poco importante, nessuno di noi ne è escluso o esente. Non è giusto sentirsi inutili. Il senso dell’inutilità è una tentazione veramente grande, di impotenza, che ci può portare al disimpegno spirituale.
Alla mia domanda: “Cosa posso fare io?”, gli Angeli risposero: “Tu puoi fare molto e sempre, anche nelle cose più piccole del quotidiano, se le vivi con amore e in unità con il Cielo!”.
Nel Vangelo di Matteo (24, 21-22), leggiamo le parole di Gesù: “… vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati”.
Questa citazione dal Vangelo è uno dei punti fondamentali: se quei giorni di grande tribolazione saranno abbreviati, è a causa degli eletti. Ma chi sono gli eletti? Se quella frase vale anche per noi, che stiamo vivendo quella grande tribolazione, non siamo allora forse anche noi quegli eletti? Lo siamo per quello che facciamo ogni giorno, per quella pietra che ogni giorno mettiamo, per quell’amore che ogni giorno facciamo prevalere, per tutte le scelte buone che ogni giorno facciamo, per quel poco o tanto bene che mettiamo per la giusta causa, per l’amarezza che la violenza e l’ingiustizia, la malattia e la morte portano nei nostri simili e in noi, per la nostra offerta a Dio con lo scopo di fare la nostra parte per arrestare l’ondata ormai non più arginabile di cose che non vanno bene in questo mondo votato alla distruzione su ogni piano.
Questa offerta quotidiana a Dio è preghiera di per se stessa. La nostra preghiera e la nostra offerta d’amore sono potenti presso il Cuore di Dio e di tutta la Fraternità Universale. In questa ottica e in questo spirito, tutto di noi pone quella piccola pietra quotidiana: ogni nostro respiro, ogni battito del nostro cuore, ogni nostro anelito al bene, all’amore universale…
Gli eletti sono coloro che soffrono e combattono, dentro se stessi e nel possibile anche fuori, ogni giorno per la giustizia, per l’amore universale, che attendono il nuovo mondo, che non vedono l’ora che sia cancellato il dolore, che siano tolte l’ingiustizia e la violenza e che desiderano profondamente che finalmente la vita sopravanzi la morte, che la luce faccia sparire le tenebre di questo mondo. Sono coloro che oppongono un sorriso alla tristezza, l’amore all’odio, la bontà alle rivendicazioni o vendette, che seminano luce e cose buone, per quanto possibile. Perché in questo mondo nulla è più facile!
Immaginate se vivessimo in una notte continua senza il sorgere del sole, e, nella disperazione di quella tenebra, ci dicessero: “Fra 12 ore sorge una nuova stella più fulgida del sole che ci salverà tutti e che illuminerà tutto con la sua luce vitale!”.
Qualcuno, sfiduciato, direbbe: “Come faccio a crederci? Quale fatica a credere a una simile fortuna, come faccio a credere una cosa così grande ora che sto vivendo in questo interminabile buio?”.
Chi invece ha fede e crede, direbbe: “Io ci credo perché ce lo ha detto Dio, ce lo hanno detto gli Angeli, ce lo hanno assicurato uomini pieni di vero spirito di profezia nelle Sacre Scritture, ce lo ripetono testimoni oculari attuali e tutti questi non ci hanno mai mentito. Tutto quello che ci hanno detto sinora si è avverato, perché allora non dovrebbe avverarsi questa promessa divina?”.
Noi che viviamo questo buio spirituale e temporale, ci possiamo credere perché le profezie ci sono state date dal Cielo, perché vediamo ogni mattina il miracolo del sole che sorge e che silenziosamente allontana tutte le tenebre della notte e tutto il buio diventa luce e fulgore. Questa immagine è di per se stessa un preannuncio, un segno possente e semplice della bontà del Creatore verso tutti noi, verso anche chi fa fatica a credere.
È importante che questa alba preannunciata, che questa aurora profetizzata, che questo sorgere del nuovo sole siano anzitutto dentro di noi; se gli uomini aprono il cuore, si avvedono che tutto questo è già detto e presente nel cuore di ogni uomo. C’è l’esperienza di quanto è scritto nel nostro spirito. Questa certezza c’è. Per questo c’è questa attesa. Ce lo hanno confermato gli Angeli, i Fratelli Celesti, Gesù e la Madre Divina.
Ecco che allora noi, se siamo fra quegli uomini di buona volontà, se siamo fra quegli eletti, siamo in questo mondo a sopportare, a subire, a operare e a offrire, come hanno fatto Gesù Cristo e tanti altri. E allora sentiamo che tutti noi siamo attivi attori, cooperatori, siamo tutti uniti in un solo cuore, in un solo intento, in una sola forza, in una sola ondata di luce contro le tenebre. E dall’Alto tutto viene raccolto di noi e tutto viene messo in opera per questo giorno ormai alla sua alba. Vedremo il cambiamento universale affrettarsi, fare capolino, ne vedremo tutti i segni credibili!
Più vedremo crescere i guai di questo mondo, più, invece di abbandonarci alla disperazione, ai pensieri neri, a dire “che cosa succederà” …, saremo consapevoli che man mano che l’ondata negativa di questo mondo sarà forte, avanzata, prossima a creare più grandi problemi, più alzeremo gli occhi al cielo, verso l’orizzonte che mostrerà la nascita di questo nuovo sole. Tutto è ormai prossimo, vicino; questo ce lo dicevano gli Angeli.
In questa fede e in questa ottica, gli uomini di buona volontà, gli eletti, i cooperatori del Cielo, coloro che Dio si è scelti, non disperano, non si abbandonano alle paure e alle angosce. Più vedono la desolazione crescere in questo mondo, più vedono il pericolo avanzare, e più alzano gli occhi al Cielo pieni di gratitudine nell’attesa fiduciosa dell’imminente ritorno di Gesù Cristo che farà nuove tutte le cose. Eppure tutto questo è già cominciato. Se apriamo il cuore e gli occhi dello spirito, possiamo intravedere con chiarezza che tutto questo è già cominciato…
Il male fa molto chiasso, è molto rumoroso, maleducato, grossolano, infido, maligno. Il bene è silenzioso, educato, leggero, affidabile, benigno. Guardate il sole, segno di vita e del bene: in un attimo sorge e silenziosamente va sino al suo pieno mezzogiorno. Anche questo ce lo dicevano gli Angeli.
A proposito di chi siamo e del perché siamo in questo mondo, voglio anche citare un brano della Bibbia. In Genesi troviamo scritto, al capitolo primo: “Dio creò l’uomo a sua immagine, a sua immagine lo creò. Maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi. Riempite la Terra…”. E poi dice: “Riempite la Terra, soggiogatela e dominatela. Dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla Terra”.
Ora la Bibbia è un testo sacro. I testi sacri non possono essere letti così alla lettera, come si legge un giornale. Altrimenti si possono prendere delle grandi cantonate e fraintendere il vero significato di quanto vi si esprime. I testi sacri hanno bisogno di una lettura in un codice profetico, necessitano di una lettura spirituale, alla luce dell’Amore Universale. Dio, gli Angeli, i profeti non hanno scritto pagine di Sacra Scrittura conformemente alle logiche di questo mondo. Non sarebbe Sacra Scrittura. Hanno però usato le parole di questa umanità. Ma lo Spirito di Dio pervade quelle parole.
Cosa vuole dire quando Genesi dice: “Soggiogate e dominate…la Terra?”. In questo mondo soggiogare e dominare sono due parole pesanti, molto sospette di violenza… In questa umanità, lo vediamo bene cosa significhi “soggiogare e dominare!”.
Potenti e persone più forti, prive di amore, pensano e dicono: “Se non ti fai soggiogare e dominare, ti combatto e anche… ti faccio fuori!... Così è fra le nazioni quando scoppiano le guerre. «O fate come diciamo noi o… vi spariamo addosso!»”.
Ma questo avviene, purtroppo spesso, anche fra le persone, fra gruppi di persone, a livello sociale e individuale.
La Sacra Scrittura non dice questo. “Dominare” è tradotto dal latino. Dominare in latino deriva da “dominus” che vuol dire signore. Dominus viene dalla parola “domus” che vuol dire casa. Nella Sacra Scrittura, dominare vuol dire: essere i signori, i signori della casa, della creazione, per servirla ed essere da essa serviti. Questo vuol dire.
Quando una persona è signore della casa, non è che si mette a rovinarla e a sparare addosso a tutti. Quando tu sei il signore di una casa, provvedi alla casa, metti le persone, insieme a te, in condizione di servire questa casa per esserne serviti. È un comando amorevole, non è un comando al modo di questo mondo.
Anche l’apostolo Paolo ci esorta a non leggere la Sacra Scrittura alla lettera perché la lettera uccide mentre lo Spirito dà la vita. Se noi leggiamo la Sacra Scrittura con questo intendimento spirituale, noi ne cogliamo il significato profondamente buono perché tutti i significati profondamente spirituali sono significati d’amore, di amore universale.
È stato chiesto all’uomo di essere il responsabile di questa casa che è la creazione, di servirla, di gestirla come “dominus”. L’uomo è signore della casa universale a immagine e somiglianza del Signore Dio, del Creatore, che serve tutto e tutti, che ci dà la vita e ce la conserva. L’uomo-signore ha avuto il compito di gestire le cose create per le finalità della vita della casa, della creazione, della casa comune. In questo lui stesso viene servito dalla creazione e dalle sue leggi universali.
Riprenderemo questo argomento nello scritto che vi invierò il mese prossimo. Intanto possiamo meditare queste cose che le Scritture ci suggeriscono, per comprendere sempre meglio chi siamo e perché siamo in missione in questo mondo.
(Continua)

FINE SECONDA PARTE

001 – Gennaio 2019

“Premessa” di Giorgio Dibitonto e Pamela Pintus

Cari amici, fratelli e sorelle, dopo avere riflettuto e pregato per avere luce su questa iniziativa, diamo il via a una divulgazione telematica mensile di alcuni scritti mandandoli alla mailing list di tutti coloro che ce li hanno richiesti e che amano nutrirsi delle cose spirituali. Questa divulgazione porterà il titolo: “Le vie dello Spirito”.
Tutti voi ricevete da tempo i nostri scritti che fanno seguito al libro “Angeli in astronave” e su questa direttrice ci manterremo per essere in comunicazione e comunione con voi nell’Amore Universale del Cielo.
Diamo anche vita a “Comunione di Preghiera” per le tante necessità per le quali viene richiesto un aiuto dal Cielo.
Facciamo questo convinti di portare benefici non solo interiori, ma anche nella vita umana e pratica degli uomini di buona volontà. Questo perché non ci scambiamo cose di nostra proprietà personale, ma doni universali che il Cielo ha dispensato a beneficio di tutti. Sempre ricordando quanto Gesù disse ed è scritto in “Angeli in astronave”, al capitolo 17 dal titolo “Un dono di salvezza”: «Le vere realtà sono quelle dello spirito, non quelle della materia. Quando io vi parlo, vi dico sempre anzitutto quanto riguarda lo spirito. Ma ti ho spiegato altre volte che la materia è strettamente legata alle sorti dello spirito».
Infatti, poiché lo spirito soprassiede all’anima e al corpo fisico, percorrendo vie spirituali, portiamo beneficio anche a tutte le altre dimensioni e alla creazione. Questo è un fondamento degli insegnamenti del Cielo che vogliamo approfondire anche attraverso questi invii mensili.
Auguriamo a tutti voi di ricevere senza difficoltà telematiche gli scritti che manderemo e che possano essere di vostro gradimento e soprattutto di grande utilità spirituale. Vi teniamo tutti nel cuore e nella preghiera a Dio mentre chiediamo la vostra per un sostegno reciproco d’amore. Vi salutiamo nella fraternità degli Angeli che vivono in posizione favorevole e che ci aiutano e ci assistono nel nostro cammino terreno verso la meta.

Vostri Giorgio e Pamela

001 – Gennaio 2019 - I segni dei tempi

Carissimi amici e fratelli, vi mando la trascrizione di quanto detto a braccio durante la conferenza dal titolo “I Segni dei Tempi”, che ho tenuto a Civitavecchia (Rm) il 16 dicembre 2018. Il testo non nasce come testo scritto e così il linguaggio che vi riscontrerete riflette inevitabilmente quello parlato. Forse non sarà sempre agevole la lettura in alcuni passaggi, ma ci tengo a farvi partecipi dei contenuti trattati in funzione dei tempi che stiamo vivendo.
Un caro abbraccio.
Vostro fratello Giorgio

Conferenza “I Segni dei Tempi”, di Giorgio Dibitonto
Civitavecchia, 16 dicembre 2018 - PRIMA PARTE


Cari amici e fratelli,

ho preparato qualche appunto, ma poi ci lasciamo guidare, ci lasciamo guidare… Che diciamo? Praticamente, “cosa diciamo” lo dice o uno che non ha niente da dire o uno che deve dire tante di quelle cose che non sa da che parte cominciare. Penso che noi siamo nel secondo caso… Allora, cominciamo a parlare degli Angeli, così ci introduciamo.
In tutte le manifestazioni, di qualsiasi tipo, dove sono venuti la Madonna, Gesù o altri Esseri… sempre queste grandi manifestazioni che ci sono state, sono state tutte preparate dagli Angeli. Perché è proprio il loro compito. Gli Angeli sono i mediatori, sono gli intercessori, sono i nostri custodi, sono gli accompagnatori… Senza gli Angeli sarebbe triste, no? Non è concepibile un mondo senza gli Angeli. Almeno, penso che anche voi siate d’accordo. Gli Angeli, cosa ci dicono? Intanto vogliono vedere le facce più sorridenti… capisco che uno può anche arrivare qua con un fardello bello grosso, ma adesso alleggeriamoci per un momento, dimentichiamoci tutte le cose pesanti, difficili, complicate, pericolose, dimentichiamoci tutto. Forse se stiamo un attimo di più cuore a cuore con gli Angeli, quando usciremo qualcosa sarà successo… succede spesso.
Il primo messaggio che gli Angeli portano, e che ci hanno portato, è che Loro ci sono, esistono. Questo è il primo messaggio. Quando una persona vede un Angelo, come è successo anche a me qualche anno fa, il primo messaggio che gli Angeli portano è questo: “Ci siamo, esistiamo…”. Non è un messaggio da poco; almeno per me non fu da poco
Il fatto che Loro ci sono ed esistono è una bella rivelazione, è un bel messaggio che arriva, che può veramente cambiare la nostra vita. Sono vicino a noi, ci amano, ci assistono, sono in missione presso di noi. Questo primo messaggio credo che sia per tutti così. Questo messaggio ci arriva attraverso delle manifestazioni come quelle che ho scritto in “Angeli in astronave” o attraverso altri modi dell’economia divina, infatti non tutti abbiamo ricevuto, riceviamo o riceveremo questo messaggio nello stesso modo.
Ho detto tante volte che ci sono persone che non hanno mai avuto delle visioni, che non hanno mai avuto cose eclatanti, anche se sono tanti coloro che le hanno avute. Ogni tanto qualcuno mi dice: “Beato te che le hai avute…”, ma poi scava, scava, i segni li hanno avuti e belli grandi! E quindi tutti quanti lo abbiamo ricevuto questo messaggio: qualcuno che non lo ha ricevuto esteriormente, lo ha ricevuto interiormente.
Ci sono delle certezze dentro di noi, che non hanno bisogno di riscontri esteriori. Altrimenti Gesù non avrebbe detto a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”
Non credo che Gesù abbia detto questo perché era un po’ sadico, non lo credo… Credo che lo abbia detto perché chi ha questa certezza dentro, e magari non ha avuto grandi riscontri fuori, credo che costui abbia degli occhi interiori molto aperti, tutte le potenze dell’anima e dello spirito molto attive, e quindi sa… E poi questi Angeli si manifestano con una grande bellezza. Sono proprio belli! … Questi Angeli sono belli dentro e fuori e ci vengono a dire che se tutti noi camminiamo nelle vie dell’Amore siamo belli… Quando quel giorno verrà in cui cadranno i veli di questa materia, ci accorgeremo di essere rivestiti della stessa bellezza di Dio, della sua stessa bellezza divina. Non c’è figlio del Padre che cammini nelle vie dell’Amore che non sia bello.
Qualcuno ha avuto qualche visione della propria interiorità e ne è rimasto estasiato. Tutti siamo belli se cerchiamo l’Amore, la giustizia, la fraternità, la tenerezza, la compassione, per quanto vogliamo camminare nelle vie dell’Amore.
C’è anche chi dice: “Ma perché sono così belli gli Angeli? Potrebbero anche essere brutti”. Io non lo credo perché li ho visti belli… Questa bellezza interiore negli Angeli si riflette anche nella loro bellezza esteriore, nella loro armonia esteriore. E Loro ci vedono oltre le sembianze umane che noi abbiamo. Quindi Loro vedono quanto l’Amore e la bellezza di Dio sono in noi.
Ci amano; ecco perché non ci trattano da fratelli di serie B. In questo mondo in generale chi è più potente guarda gli altri dalla sua ottica di essere potente, colui che comanda. Gli Angeli non fanno così, assolutamente. Gli Angeli ci considerano fratelli come Loro. Non hanno queste presunzioni perché la presunzione non fa parte dell’armonia, della bellezza e dell’Amore. Questo è un grande messaggio che è sempre opportuno ribadire.
Perché Loro si manifestano a delle persone? Si fanno vedere o danno segni talmente evidenti e talmente forti per cui queste persone dicono che ci sono e sono operanti; quindi possono testimoniarlo. Loro vogliono dei testimoni e tutti noi, che siamo stati toccati dal piano soprannaturale, dal piano superiore, tutti noi siamo testimoni di questo, ugualmente, sia chi come Tommaso ha toccato e ha visto, sia chi non come Tommaso ha visto e ha toccato lo stesso, ma in altro modo. Tutti siamo testimoni di questo. E poi c’è il grande messaggio apocalittico che ci hanno portato. Messaggio apocalittico non vuol dire messaggio catastrofico. Sapete che “apocalisse” è una parola greca che significa “rivelazione”. Sono venuti a darci luce sull’Apocalisse, la Rivelazione, a darci una luce sulla storia di questo mondo, sui destini di questo mondo. Sono venuti a dirci che tutte le profezie hanno profetizzato questo tempo che noi stiamo vivendo. Loro lo hanno definito “la fine dei tempi”, l’ultimo tempo, il tempo che precede il grande cambiamento, per cui non torneremo più ad essere in questo mondo così come siamo adesso. Sono venuti a dirci che è decretata la fine del dolore, la fine del male, la stessa fine della morte, della malattia, della violenza, di tutto quello che in questo mondo ci fa soffrire e ci fa star male e non ci piace.
Ecco quindi che le manifestazioni angeliche, le manifestazioni mariane e di altri Esseri, da un piano superiore, di questo tempo, vengono a darci essenzialmente questi due messaggi: il primo, che tutto quello che noi crediamo anche per fede, esiste, è reale su un altro piano; il secondo, che noi stiamo vivendo un tempo determinante, un tempo fondamentalmente conclusivo. Un tempo che conclude tutta la storia umana e che ci introduce al compimento di tutte quelle profezie che troviamo nella Bibbia e in mille altre sorgenti credibili che abbiamo accumulato durante i secoli e i millenni.
Se lo vogliamo vedere con il Vangelo, possiamo dire che il figliuol prodigo, che si è ridotto a mangiare le ghiande - in questo mondo ci stiamo riducendo davvero a mangiare le ghiande - questo figliuol prodigo finalmente si alza per fare ritorno alla Casa del Padre. Se la vogliamo vedere con il Vangelo.
Da tutti si sente dire che sono tempi duri, sempre più duri, sempre più difficili in tutti i sensi. Proviamo a trovare un settore, un campo dove le cose oggi vanno a meraviglia. È un po’ difficile, anche la scienza, che sta facendo progressi davvero grandi, purtroppo spesso va al servizio di una tecnologia distruttiva, di una tecnologia che fa gli interessi grandi di alcuni a discapito di tanti e tanti altri.
Una scienza che sta inventando cose che prima sembravano di fantascienza e che si stanno veramente dimostrando come cose scientificamente reali, ma servono, ad esempio, a preparare delle armi micidiali, davvero micidiali. Le grandi masse, sì, lo sanno, ma non si preoccupano più di tanto…
La scienza di per sé non è negativa, se fosse utilizzata soltanto al bene. La scienza è una grande cosa, ma purtroppo se ne impossessano i potenti, le grandi potenze… e le tecnologie che ne vengono fuori sono un disastro.
Per questo ci sono stati dati dagli Angeli, da Gesù, dalla Madonna, messaggi che mettono in evidenza rischi e pericoli che il nostro mondo sta correndo. So di non dirvi niente di nuovo. Non sono qua a raccontarvi una favola che voi non conoscevate. Ve la do come una rivelazione ricevuta.
In tutti questi anni ho insistito molto nel sottolineare tutte quelle parti positive, anche piacevoli, della rivelazione e delle manifestazioni che abbiamo vissuto. Questo era giusto ed è giusto anche continuare a farlo perché non dobbiamo inoltrarci in un campo negativo quando parliamo di cose spirituali, mistiche o che vengono da Lassù.
Forse sta arrivando o è già arrivato un tempo nel quale è anche giusto che noi abbiamo una coscienza maggiore di quello che il mondo ci sta preparando come di quello che Loro stanno facendo per aiutarci a superare queste gravissime difficoltà.
Quando uscì “Angeli in astronave”, agli inizi degli anni ’80, alcuni mi dissero che era un libro esagerato, pessimista, anche se questo non mi sembrava perché non è che il messaggio finiva male. Adesso, è il telegiornale che ci dice quanto dicono gli scienziati e cioè che, se non invertiamo la rotta, fra una ventina di anni la sopravvivenza sulla Terra comincerà a essere difficile.
Allora forse non era esagerato. Forse, siccome le profezie vengono date in anticipo, i profeti sono visti come uccelli del malaugurio, come gente che porta male. Forse per questo alcune persone scrivono che anni fa hanno buttato da una parte questo libro e ora lo hanno ripreso e riflettono.
Apocalisse vuol dire rivelazione. L’Apocalisse non ci ha dato una rivelazione per dirci che finiremo tutti male. Non c’è scritto ed è questo quello che ci è stato spiegato. Ci è stato detto che se l’umanità continua su questa strada, finirà male. Ma Loro sono venuti a dirci: Non finirete male, ma non finirete male perché ci sarà un intervento dall’Alto. Perché quegli Angeli-Uomini disseminati su tutta la superficie della Terra, sono garanti con noi – ci hanno detto. E quindi la salvezza ci sarà. E più noi sentiremo che gli scienziati e le persone coscienziose verranno a dirci cose catastrofiche, più noi, come ci dicevano gli Angeli, alzeremo la testa verso il Cielo e vedremo sempre più vicina la salvezza. Vedremo sempre più vicino quel giorno grande del Signore, come lo chiama la Bibbia o come viene chiamato in altri testi, che diventa realtà.
Questo è sempre il contrasto che c’è tra i messaggi che ci arrivano dall’Alto e quelli che ci vengono da questo mondo che è pieno di promesse: tutti portano la giustizia, tutti portano il benessere. Se voi li ascoltate tutti, chi è che dice “io vi voglio male, vi voglio portare delle disgrazie”? Nessuno ve lo dice, dai vertici massimi alle basi. Tutti parlano di giustizia e danno la colpa agli altri: “Va male, ma la colpa non è la nostra; noi siamo quelli che vi portano le soluzioni…”, ma intanto le cose continuano ad andare sempre male.
Tutto prosegue come deve proseguire in questo mondo.
Allora non è il messaggio del Cielo quello negativo; Loro vengono ad avvertirci. Ci dicono come fa un buon papà e una mamma: “Se vai lì, ti scotti, ti fai male!”. Poi il figlio si ostina, si scotta e piange. Il genitore gli dice: “Hai visto? Ora ci starai attento!”.
Certo, la scottatura a cui andiamo incontro non è una scottatura piccola. È una scottatura pesante, ma ci è stato assicurato, ed è scritto, che la salvezza invece ci sarà. Ci chiedono di avere tanto coraggio, tanta pazienza, tanta bontà e di opporsi a tutto questo andazzo con le armi spirituali dell’Amore.

I messaggi dei grandi di questo mondo vengono indirizzati alle masse per dire loro che tutto andrà bene perché ci sono loro. Ma soprattutto vengono indirizzati a chi come loro detiene il potere, vengono indirizzati anzitutto a chi ha le leve del potere come loro.
Gli Angeli invece non fanno così. Sono forse venuti da me e da Tina perché eravamo persone di potere? Sono venuti da noi perché non avevamo nessuna leva di potere in mano. Perché sono Loro, è il Cielo che ha questo potere in senso buono. Loro hanno fatto un invito a dei testimoni che potessero parlare a tutti gli uomini di buona volontà, disposti ad ascoltare questo loro invito. Io non ho un mio invito da fare; che invito vi do io…
Gli inviti a operare con Loro, li possono dare solo Loro. Io e voi siamo dei canali, siamo solo dei portavoce, siamo dei mediatori, siamo dei collaboratori, questo sì che lo siamo, in senso spirituale. È stato chiaro sin dall’inizio che l’invito del Cielo è stato rivolto a tutti gli uomini di buona volontà.
“Tutti gli uomini di buona volontà…”, cosa vuol dire? Non vuol dire quelli che dicono belle parole e poi razzolano male. Gli uomini di buona volontà sono coloro che non sono perfetti; nessuno è perfetto. Ma in ciascuno di noi c’è una scelta di fondo, che fa la differenza. Io posso essere imperfetto, tu puoi essere imperfetto, lui o lei può essere imperfetto, ma c’è una scelta di fondo che non è verso il male. È una scelta di fondo verso l’Amore, verso la giustizia, verso la bontà, verso la compassione, verso la tenerezza, anche verso la fortezza intesa non come violenza, intesa come forza d’animo, forza dello spirito per combattere il male, di volere le cose buone, di sopportare. Ci vuole molta forza per sopportare certe cose in questo mondo, tanta pazienza. La pazienza è una forza sovrumana, in questo mondo. Ecco, questi sono gli uomini di buona volontà ed è su questo filone che voglio incentrare il nostro incontrarci di oggi.
Cosa possono fare queste persone? Ci hanno dato alcune coordinate fondamentali e poi da lì si può sviluppare un discorso che non finisce mai. Queste persone di buona volontà, in questo senso, sono persone che affrettano i tempi del cambiamento, affrettano quel giorno, quel cambiamento, il ritorno di Gesù Cristo sulle nubi del cielo. Affrettano il ritorno dell’Amore Universale e della giustizia, della bontà e di tutte queste cose. Affrettano questo cambiamento per il quale noi, in questo ultimo tempo, stiamo sopportando, offrendo noi stessi, giorno per giorno, momento per momento su un altare sempre più cruento.
Nell’Antico Testamento ammazzavano i capretti, gli agnelli, poverine queste bestiole. Qua invece il mondo ci ammazza tutti i giorni su questo altare e la nostra risposta non è quella che vogliamo ammazzare qualcun altro. La nostra risposta è di ricambiare il male con il bene, la violenza con l’Amore, e così via… Questo è un grande potere che è dato a tutti gli uomini di buona volontà. Affrettare i tempi affinché questa grande tribolazione sia il più breve possibile per il nuovo giorno.
Conosco persone che hanno deciso di non voler vedere più il telegiornale. Capisco…
Se da una parte ci sono questi uomini di buona volontà, che hanno questo compito - è un compito! -questi uomini di buona volontà non sono qui per caso e non sono persone che non sapevano cosa fare: “Non sapevamo cosa fare e ci siamo messi a fare gli uomini di buona volontà...”. No, non è questo. Queste persone non sono qua a caso. Potrei dire: non siamo qua a caso… Non ci stiamo dando delle arie, stiamo solo riconoscendoci in quello che vado dicendo.
Quindi da una parte c’è tutto un messaggio che, nello stesso momento che ci mette al corrente di rischi e pericoli molto gravi, che stiamo correndo in questo mondo, ci dice: “State sereni, state tranquilli, per quanto è possibile, perché la soluzione c’è; ve lo assicuriamo noi che possiamo rassicurarvi, che abbiamo questa possibilità di rassicurarvi”.
Dall’altra parte ci sono i messaggi che arrivano dal mondo e questi messaggi non sono proprio tranquillizzanti. A parte il fatto che andiamo per la strada e vediamo una violenza che, per essere bravi, chiamiamo maleducazione. È una violenza dilagante. I messaggi che arrivano da questo mondo sono sempre più spesso molto inquietanti.
Gli uomini di buona volontà, dei quali stiamo dicendo, sono coloro che soffrono per le ingiustizie fatte ai loro fratelli, provano una mortificazione e un’umiliazione quando vedono soffrire i loro fratelli. Soffriamo come se lo avessero fatto a noi. Credo che sia questo quello che sentiamo, quello che questi uomini di buona volontà sentono.
Vediamo crescere molta rabbia nelle persone, nervosismo, molto desiderio di vendetta più che di giustizia. C’è il rancore, c’è la rabbia a tutti i livelli e poi ci sono i messaggi delle grandi potenze impegnate a spendere capitali immensi, che potrebbero sfamare il mondo, nel costruire armi le più micidiali. Nella giungla di questo mondo, è il più forte, il più potente, il più prepotente, quello che vince.
Se uomini di buona volontà, di cui parlavamo, siamo, questo non può che arrivarci come una pugnalata: non c’è interesse per le persone sofferenti, non c’è interesse per le popolazioni affamate… ma guerre crudelissime, guerre di odio, di crudeltà inaudita. Vogliamo portare un messaggio positivo, ma non è possibile non dire, almeno accennare a queste cose. Le armi sempre più sofisticate, la guerra atomica, cibernetica… Con un tasto possono fare una distruzione di massa. Questi messaggi ci arrivano da questo mondo e non è fantascienza, sono notizie certe, vere e documentate.
Accanto a questo, sulla Terra c’è un esercito di persone che vanno a fare volontariato nei paesi dove ci sono le guerre, dove ci sono massacri inauditi, dove c’è un odio feroce, tra nazioni che dovrebbero aiutarsi e invece c’è la distruzione più accanita. In mezzo a questo, ci sono le persone che potrebbero starsene comodamente dove si trovano e che invece lasciano tutto e vanno in queste terre a prestare il loro servizio, rischiando la vita, dove non sai se la mattina dopo sarai ancora vivo. C’è questo amore, c’è questa spinta che noi chiamiamo “umanitaria”, ma questa è una spinta spirituale. È una spinta profondamente spirituale a superare i propri tornaconti, i propri comodi, il proprio benessere per andare ad aiutare. Sono tantissime oggi le persone che sono impegnate in questo. E vi sono persone che, pur rimanendo nei loro paesi, aiutano e suffragano queste persone bisognose.
Questo non dobbiamo neppure sottovalutarlo qui da noi. Perché la guerra c’è anche qua. La guerra c’è tutti i giorni qua. Con quante cose ogni giorno bisogna combattere, con quante persone piene di rabbia ogni giorno ci dobbiamo trovare, relazionare, quanti comportamenti… E allora questo volontariato sta dappertutto. Ovunque vi sono persone che credono totalmente nell’Amore, nella giustizia, nella bontà. Ovunque ci sono volontari. In questo mondo o ti fai travolgere dalla violenza o devi essere un volontario. Non ci sono vie di mezzo. Ci sono situazioni che a volte scatenano il peggio che è in noi. E qui facciamo le scelte: voglio essere in linea con la violenza di questo mondo o voglio essere uno dei volontari, uno dei tanti volontari che sono in giro per il mondo?
Ognuno di noi fa questa scelta. Nessuno è perfetto. Può succedere che quel giorno non ce la facciamo e allora il peggio di noi esce, ma negli uomini di buona volontà questo dispiace. Non ci sentiamo contenti. Non siamo a posto. Diciamo: “La prossima volta mi comporterò meglio”. Viene voglia di riparare questa lacuna, questa caduta. E questo fa rimanere i volontari, volontari, uomini di buona volontà.
Chi ha letto la Bibbia, Genesi, la Sacra Scrittura dice che prima del diluvio sulla Terra c’erano i figli di Dio e i figli degli uomini, mescolati. Siamo tutti figli di Dio, ma quando la Bibbia distingue tra figli di Dio e figli degli uomini, vuole dire solo che ci sono quelli che seguono le leggi dell’Amore Universale di Dio e ci sono quelli che seguono invece gli uomini di questo mondo, che fanno proprie le logiche degli uomini di questo mondo, le logiche di potere. Abbiamo parlato di grandi uomini di potere, delle potenze che governano il mondo. Questo in grande, ma anche nel piccolo è così. Se ti alzi la mattina e dici: “Oggi, chi incontro lo faccio nero”, sei come quegli uomini di potere, non sei diverso. Tutto questo produce una guerra. La guerra c’è. Però l’Apocalisse ci dice che la guerra scoppiò dapprima in cielo, fra gli Angeli fedeli alla legge d’Amore di Dio e gli angeli che si erano ribellati. E poi la Scrittura ci dice che questi angeli ribelli furono precipitati sulla Terra. Fecero un’alleanza fra loro e alcuni uomini, non tutti.
Questo ha portato la guerra anche qua. Qualcuno mi diceva che la storia è fatta di questi fatti negativi: Eva fa mangiare la mela ad Adamo, Caino uccide Abele e così via sino ad oggi. Sì, è vero, ma la storia non è fatta solo di questo. La storia è disseminata di persone che non hanno perso di vista la meta giusta, i valori giusti, la giusta spiritualità. Se così non fosse, saremmo già distrutti. Se non siamo distrutti è proprio perché c’è questa mescolanza.
Gli Angeli ce lo spiegavano e ci dicevano che in questo mondo ci sono persone terribili che volontariamente promuovono le guerre a scopi di potere e di dominio, volontariamente promuovono traffici di armi, di droghe e di tutto quello che possiamo immaginare e non immaginare. Ma ci sono anche presenti e messi in certi posti, dappertutto, quelli che Loro hanno chiamato “Angeli-Uomini”, questi figli di Dio, come li chiama la Bibbia, mescolati ai figli degli uomini. Se così non fosse, l’equilibrio di questo mondo sarebbe già saltato, non ci saremmo più qui, saremmo già arrivati alla distruzione totale.
Faccio riferimento alla Bibbia perché è il testo sul quale ci hanno maggiormente istruiti. Chi sono questi Angeli-Uomini? – come Loro li chiamano. Ci sono diverse diciture. Si dice anche che sono gli eletti. Gli eletti non sono quei prediletti attraverso i quali sono state fatte delle ingiustizie verso altri. Sono figli di Dio che hanno fatto una scelta nella direzione giusta. Questi eletti, questi figli di Dio, questi uomini di buona volontà – chiamiamoli come vogliamo – che hanno fatto la scelta giusta, pagano un prezzo molto caro in questo mondo. E allora dove sta questa ingiustizia degli eletti e dei non eletti? Non sta da nessuna parte perché Dio ama tutti, noi dal Cielo siamo tutti ugualmente amati, anche quelli che fanno le scelte non buone. Tutti siamo amati.
Lassù l’odio non c’è, la discriminazione non c’è, non ci sono i figli di serie A e di serie B, ma ci sono le scelte perché siamo liberi. Se ci togliessero la libertà, perderemmo la più grande dignità che abbiamo. Siamo liberi e gli eletti sono coloro che hanno deciso, costi quello che costi, di scegliere la strada dell’Amore, di scegliere la strada maestra, quella che darà buoni frutti. Li dà già, se la mettiamo in atto, però questi che Dio si è scelti – sono tutte diciture della Sacra Scrittura – questi eletti, questi uomini di buona volontà, sono persone che per mantenere la loro scelta pagano molto caro.
Addirittura l’Apocalisse parla di “martiri”. Oggi c’è una strage di cristiani nel mondo che fa paura. Anche questo fa parte delle profezie. I martiri non sono solo quelli ai quali tagliano la testa, li fucilano o altro. Il martirio non è solo questo. Il martirio è anche tutti i giorni quando ti alzi e devi combattere… Con chi? Forse comincia già in famiglia, in alcuni casi. In altri casi col vicino di casa o con i coinquilini del palazzo o sul posto di lavoro, per strada o… la mia fantasia si ferma qui, ma il campo è molto vasto. Tu ogni giorno, ogni momento, devi combattere per mantenere la tua scelta.
In certi momenti è più facile dire: “Mi hai messo due dita negli occhi e io te ne metto quattro!”. E così risolviamo il problema. Purtroppo, in questo mondo, in molti casi, sta diventando più facile fare il male che fare il bene. Fare del bene a certe persone è difficile e noi siamo continuamente posti di fronte a questa scelta. Lo facciamo giorno per giorno, momento per momento. Per questo la Scrittura dice: “Chi persevera sino alla fine è salvo!”.
Su questa perseveranza ci sono state date anche delle garanzie. Mi piace sempre molto parlarne perché non dobbiamo mai sgomentarci. Voglio mettere l’accento su quello che vi ho accennato prima.
A me dicevano: “Vedi come gli uomini di questo mondo si danno molto da fare? Si danno da fare per accrescere il loro potere, per fare le loro scalate, per avere tanti soldi, per raggiungere tutti quei vantaggi umani che fanno parte dell’umanità, del nostro essere umani”. E dicevano: “Chi ha una coscienza di essere un operatore di pace, un operatore spirituale, è in una missione; tutti siete in missione se credete nell’Amore, nella bontà e nella giustizia. Questi uomini di buona volontà, perché non prendono l’esempio dagli uomini del mondo, anche se questi non operano in maniera giusta?”.
Se il mondo si dà tanto da fare per portare avanti progetti che non sono sempre così rifulgenti, perché i figli dell’Amore, gli eletti, coloro che hanno scelto la strada spiritualmente giusta, non acquisiscono una coscienza di impegno?
Impegno non vuol dire che dobbiamo andare per le strade a fermare le persone… oggi ci vuole molta prudenza. La prudenza resta sempre e comunque un grande invito da parte del Cielo. Quando facciamo il bene, dobbiamo farlo sempre con prudenza, con discernimento perché non tutti capiscono che voi state facendo loro del bene. Qualcuno anzi si può indispettire.
L’impegno parte da dentro di noi, parte dalla nostra coscienza, parte da una consapevolezza di chi siamo, del fatto che non siamo a caso in questo mondo, del fatto che nessuno di noi si trova a caso dove si trova. Qua entriamo in un discorso sul quale è stato messo grandemente l’accento da Loro, che io quindi voglio seguire ed essere testimone della loro voce.
C’è questa scarsa coscienza, che non è solo frutto di un certo avvilimento, di una certa mortificazione, di una certa umiliazione di dover vivere in un mondo che non riconosce e va in senso contrario a questi valori che avete dentro. Non è solo questo. C’è tutto un indottrinamento sbagliato da parte di guide e maestri spirituali che ne sono imbevuti. Non si dà importanza a cose che sono importanti. Spesso si dà importanza a cose formali, a cose anche giuste ma formali, che non sono proprio la sostanza, l’essenza di quello che noi portiamo avanti. Si dà una scarsa coscienza, si dà un’umiltà falsa, sbagliata, e certi maestri, quando i discepoli li superano, tagliano loro le gambe perché i maestri sono loro.
Questa è una catechesi, esplicita o sottintesa, molto e molto diffusa, che ha un effetto grandemente negativo. Gli effetti negativi li ho visti in tutti questi anni in persone che mi dicono: “Tu hai detto bene, bello quello che dici, ma chi sono io…, che faccio io…, io sono una povera donnetta che bado ai figli e ai nipoti…, io sono un operaio, la sera arrivo a casa stanco morto e, se riesco a guardare il telegiornale, è già tanto, poi mi butto a letto per dormire per poi ricominciare a lavorare perché ho una famiglia da mantenere”. C’è questa che io chiamo “umiliazione”, questa perdita di valori, questa coscienza ferita, annientata da una mentalità formale, superficiale e dannosissima, contro la verità delle cose.
Questo è un discorso importante: noi tutti abbiamo questa coscienza. Non è diverso chi parla e viaggia come sto facendo io da chi fa la sua vita nella sua famiglia o altro. Altrimenti facciamo dei discorsi nella logica di questo mondo. Se noi facciamo un discorso spirituale e abbiamo una coscienza di ordine spirituale, di un ordine più profondo, che ha degli effetti molto grandi anche sulla nostra vita pratica, non possiamo entrare in queste umiliazioni di tipo formale. Non possiamo entrare in questo.
Anche da alcuni pulpiti di chi predica e vuole portare al bene, non parlo solo di alcune chiese, c’è questo tono sbagliato. Non sto facendo generalizzazioni, ma spesso è così.
Anche in alcuni casi che vorrei dire migliori di altri, c’è sempre poco impegno a dare una coscienza della missione di ciascuno. Lo dicevano gli Angeli, non me lo sono inventato io. La missione di ognuno, di dove si trova e chiunque sia. Non si possono valutare queste cose dalle esteriorità. Anche una persona semplice che non è nulla e nessuno agli occhi di questo mondo, che vive quasi nascosta nel senso che non va oltre la propria famiglia, la propria cerchia di contatti, se questa persona ha una grande coscienza spirituale, è una grande persona, è un grande missionario, è una persona che con Dio e con tutto il Cielo sta preparando il grande giorno che non è molto lontano.
Che in questo mondo non andremo avanti all’infinito, questo è sicuro. Forse dobbiamo cambiare mentalità, uscire dalle false umiltà: “Io non sono degno…”. Ma chi è degno? Chi di noi è così perfetto da essere degno? Credo che nessuno di noi alzerà la mano… Mettiamo da parte queste false umiltà.
La Madonna ci diceva: “Quando voi dite: «Non sono degno»”, vi mettete da una parte da soli, vi volete togliere, disimpegnare, non volete assumere le responsabilità della vostra missione, di quello che siete e siete stati chiamati a fare. “Io non sono degno” vuol dire “io non faccio niente, ma sono giustificato”.
“Io non sono degno, che volete da me?”.
Se voi invitate una persona che amate a pranzo, a una festa in casa vostra e ci tenete tanto, e questa persona vi risponde: “Io non sono degno e non vengo!”, si mette da una parte da solo. Molto più onesto sarebbe che dicesse: “Non ne ho voglia, lasciatemi in pace, voglio fare la mia strada…”. Sarebbe molto più onesto che non queste false umiltà. L’umiltà è necessaria perché nessuno di noi è perfetto. Umili è giusto esserlo, ma non con quelle false umiltà che disimpegnano, quelle che ti fanno sentire a posto se non fai niente. Questo è molto importante.
Da una parte ci sono i santi, i martiri, gli eroi… e da quest’altra parte c’è tutto questo popolo… È terribile, ma è così! Saremo un numero in questo mondo, ma per Lassù nessuno di noi è un numero. Siamo ognuno una persona. La Sacra Scrittura dice che siamo stati chiamati tutti per nome, ognuno per il suo nome. Lassù siamo un popolo, ma in questo popolo ci sono tante persone che Loro conoscono e chiamano per nome, rispettando ognuno e chiamando ognuno. Noi siamo vasi comunicanti, nessuno di noi è isolato.
Perché ci devono essere i santi? Sì, ci sono delle persone che sono state molto virtuose, hanno fatto cose veramente meravigliose e che sono state prese come esempio. Su questo ci siamo, certo! C’è chi ha grande devozione verso Padre Pio, verso altri santi e questo è giusto. Ma non è giusto se, alla luce di queste persone che vengono poste come esempio, noi ci sentiamo niente. Non è così. Assolutamente non è così. Teresa d’Avila, che era una grandissima mistica, diceva: Se voi non puntate nella vostra spiritualità, nell’amore, al 100%, voi siete in una falsa umiltà. Diceva la verità; è così!
Più noi saremo consapevoli di chi siamo e del perché siamo qua, più saremo incentivati a darci da fare come fanno quelli del mondo nelle cose talvolta anche sbagliate, saremo incentivati a fare delle cose buone. Non è che potremo arringare il mondo, ma quel gesto d’amore che tu fai durante il giorno, quel gesto di bontà, quella rinuncia al rancore lo puoi fare ed è più di un’arringa; puoi abbracciare il perdono e, siccome nessuno di noi è perfetto, noi sappiamo che dobbiamo essere perdonati per primi…, e quindi è giusto che perdoniamo gli altri.
“Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”… Il “Padre nostro” viene detto, ma poi i fatti spesso non collimano. È tutto questo che costruisce, è tutto questo che fa sì che noi stiamo nel centro della nostra missione. Questo ci fa sentire meglio; ci fa sentire bene; ci fa sentire gratificati; ci fa sentire al nostro posto. Ci aiuta. Lo vediamo spesso.
Le religioni hanno distinto i sacerdoti dal popolo, i pontefici dal popolo. Siamo tutti pontefici e siamo tutti sacerdoti in un senso spirituale. Sacerdote vuol dire amministratore delle cose sacre, di tutti i doni della creazione che ci sono stati dati. Nella misura in cui amministriamo l’Amore, amministriamo la giustizia, amministriamo tutto quello che ci richiede la nostra missione, perché non ci dobbiamo sentire sacerdoti? Questo nostro amministrare non va solo a nostro beneficio personale; va a beneficio della nostra famiglia, delle persone che ci sono legate e chissà di quante altre persone che neppure conosciamo, essendo noi tutti vasi comunicanti.
Questo va con il pieno riconoscimento del sacerdozio ministeriale e istituzionale che noi rispettiamo e riconosciamo pienamente. Sto parlando di una realtà spirituale.
Di qua ci sono i profeti e di là c’è il popolo. Cosa vuol dire essere profeti? Vuol dire sapere leggere la Rivelazione, sapere leggere le profezie, sapere leggere i segni dei tempi, sapere leggere i segni di quello che questo mondo sta vivendo, i segni della nostra vita personale e intorno a noi. Questo è essere profeti.
Profetare vuol dire parlare nel nome di Dio. Quando noi pensiamo, leggiamo, approfondiamo, riflettiamo e parliamo nel nome di Dio, noi siamo profeti. Ma non possiamo parlare nel nome di Dio se parliamo in maniera ingiusta, non amorevole… E allora perché non coltivare una coscienza profetica? Tutti siamo sacerdoti e profeti spiritualmente parlando.
Siamo figli di Dio? Se i nostri genitori sono principi, i figli sono principi. Se i nostri genitori sono molto ricchi, i figli sono ricchi. Il nostro Dio è il Grande Sacerdote perché Lui amministra tutto e noi siamo i figli di Dio e siamo sacerdoti e amministriamo tutto. E siamo profeti perché le profezie vengono da là. Noi amministriamo, approfondiamo, facciamo nostre, leggiamo le profezie: siamo profeti!
Ecco allora che questa coscienza nuova, dico nuova ma non è nuova perché è vecchia come il mondo, è sepolta, è continuamente calpestata, continuamente messa sotto la cenere, come fuoco che ha tutta la cenere sopra…
Noi dobbiamo veramente chiedere luce, chiedere allo Spirito di Dio che entri in noi profondamente e ci faccia sentire e vivere queste realtà che ci appartengono, che fanno parte di noi. Non ci lasciamo seppellire queste bellissime cose, non ci facciamo seppellire la nostra missione, la grandezza, la dignità e l’unicità della nostra missione, della nostra presenza di discesi in questo mondo per il grande giorno, per i nostri sensi di colpa!
Guardate che il mondo ci fa sempre sentire in colpa; siamo sempre sbagliati per quelli che ci fanno sempre sentire in colpa. Per certe persone religiose, se tu non ti senti in colpa non stai camminando verso Dio. Se non ti senti un essere in colpa, non sei umile, sei presuntuoso. Ma voi - bisognerebbe dire loro - chi vi credete di essere? Bisognerebbe dire che siamo tutti sulla stessa barca, non importa se tu hai un’investitura o un abito…
E poi non è questa la Sacra Scrittura! Non sono queste le sacre Scritture! Non è questa la profezia, non è questo il concetto di sacerdozio, assolutamente! Tutte le profezie che parlano del regno di Dio, non parlano in questi termini, anzi, anche le profezie che parlano di Gesù Cristo glorioso, Re dei re, dicono che noi regneremo con Cristo. Non dicono che saremo gli schiavi di Cristo, che saremo sottomessi a Lui, nel suo regno, come si fa in questo mondo. Se in questo mondo non stai con la testa bassa, te la tagliano subito. E te la tagliano in vari modi anche abbastanza sofisticati.
Il regno di Dio non è così, non è questo assolutamente. È scritto che noi siamo figli di Dio. Siamo figli del re, siamo principi, siamo re. E dobbiamo regnare. Regnare vuol dire essere sacerdoti, amministratori di tutti i doni della vita, della creazione, di tutto quello che Dio ci ha dato, di qua e di là. Perché non vengono valutate a sufficienza queste cose? Perché spesso si fa un discorso di forma.
Volete soggiogare un vostro vicino, un vostro familiare, una persona, chiunque? Non andate mai alla sostanza delle cose altrimenti quello vi dirà: “Ma cosa mi stai raccontando?”. Andate sulle regole, sulle forme, sulle apparenze, sulla superficie delle cose. E, se una persona non è veramente illuminata, bene che vada, alla fine ne esce confusa. E voi cercate di sottometterla.
Questo è tutto sbagliato, è condannato. Voi avete letto il Vangelo e avete letto perché è stato messo in croce Gesù Cristo. Lo hanno messo in croce perché lottava contro la superficialità, contro le forme, contro la violenza delle regole che imponevano, da parte di pochi a tanti del popolo, pesi che neanche loro portavano e cose che neanche loro facevano, ma era il mezzo per tenere tutti soggiogati.
Gesù Cristo ha detto loro: “No, non va bene così. Siete voi dei sepolcri imbiancati; il bicchiere è bello pulito fuori, ma dentro è sporco”. Lo hanno ammazzato. E hanno ammazzato tante e tante altre persone. Ma come sono state ammazzate e come veniamo ammazzati senza che ci facciano la pelle fisicamente? Qualche volta, se lo facessero, ci farebbero anche un favore.
Ci sono tanti modi per ammazzare. Questo può avvenire in famiglia, nella società, sui posti di lavoro, avviene a tutti i livelli. È una persecuzione. Pietro nelle sue Lettere scrive: Siate forti nella persecuzione di questo mondo! La persecuzione… Persecuzione a tutti i livelli, anche a quello morale che è il più sottile, quello più difficile da controllare.
Noi allo Spirito di Dio dobbiamo chiedere il discernimento, di vederci chiaro perché in questo mondo c’è tutto un gioco per annebbiarci. Tu ti alzi la mattina e dici: “Hanno ragione loro o ho ragione io?”.
Ci passi le ore, ma non lo risolvi perché le armi che il mondo usa sono molto sofisticate. Obbedire alle leggi è giusto. Altrimenti ci sarebbe una vera anarchia. Nessuno ci può dire: “Disobbedisci alle leggi. Fai come ti pare”. Fare questo non è giusto. Noi stiamo parlando di un’intelligenza di ordine spirituale, di un’intelligenza che viene dal cuore, anche se facciamo degli esempi pratici ed empirici. Un’intelligenza che ci viene dallo Spirito di Dio che è in noi. Ci viene dal Cielo, ci viene dai nostri Angeli. Viene anche tra di noi che siamo vasi comunicanti, se camminiamo tutti in questo Amore.
Chiediamolo questo discernimento. Ho detto che non è facile, non è per niente facile. I cammini spirituali li riconoscete se sono autentici quando portano alla “libertà” interiore che è la premessa a quella esteriore. Da tutti i cammini spirituali che vi condizionano, che vi impongono regole e cose, dovete stare in guardia. Forse c’è qualcosa che non va. A me piace molto quello che Gesù ha detto nel Vangelo di Giovanni: “Il Figlio dell’uomo è venuto a farvi liberi. Liberi davvero!”.
È una lezione difficile la libertà in questo mondo. Credo che una parte importante del messaggio che ci è venuto dal Cielo è proprio questo: tutti coloro che si trovano in questo mondo, che hanno una coscienza dell’Amore, della giustizia, della bontà, della tenerezza, della forza dello Spirito, e di tutti quei doni che sono alla base e fanno parte dell’Amore Universale, tutte queste persone devono prendere chiaramente coscienza di chi sono, del perché stanno in questo mondo, di cosa sono venuti a fare in questo mondo. Non siamo venuti solo per lavorare, sgobbare, ammazzarci in famiglia, ammazzarci sul posto di lavoro, essere schiacciati da un capo. No, non siamo venuti per questo. Possiamo sopportare tutto questo con una coscienza di missionari discesi, di coloro che vogliono, costi quello che costi, camminare nell’Amore e abbattere l’odio con l’Amore, come diceva Francesco d’Assisi: Dove è l’odio, che io porti l’amore, dove è il rancore che io porti il perdono… e così via.
È possibile e, se anche qualche volta ci succede che non possiamo essere fedeli e ligi a questo progetto, non vuol dire che non siamo più missionari. Magari ci serve per essere ancora più umili. Se va tutto bene e è tutto perfetto, una persona si può anche montare la testa e guardare agli altri dicendo: “Io sì che sono spirituale! Gli altri non capiscono niente!”.
Questo è il giudizio che è il peggiore dei mali, la presunzione e la superbia. Essere imperfetti ci aiuta ad essere anche un po’ più tranquilli, più umili, a capire di più i limiti degli altri. Quando una persona è passata attraverso le cose, le capisce di più con gli altri. Questo non guasta niente, anzi… Il dispiacere che proviamo quando le nostre cose non sono proprio in ordine con la nostra coscienza, quel dispiacere noi lo possiamo offrire al Cielo, offrire a Dio e Dio lo accoglie come una nostra buona volontà di migliorare. Fa parte della nostra missione. Non farsi prendere dal senso di colpa.
Il perfezionismo non va bene. Forse qualcuno è più perfetto formalmente ed esteriormente, ma pieno di presunzione. Altri sono forse meno perfetti formalmente ed esteriormente, ma più umili.
I dottori della legge, i farisei osservavano la legge perfettamente, pagavano le decime. Gesù ha raccontato delle parabole molto significative. La parabola del buon samaritano. I Samaritani erano quelli che non osservavano la legge, non andavano al tempio a pregare, erano lo scarto della religione ebraica. Gesù racconta di un poveretto che viene derubato, bastonato e lasciato mezzo morto in mezzo alla strada. Passa il sacerdote che va al tempio e dice che lui deve andare al tempio, deve andare a pregare Dio, lui paga le decime ed è già a posto… Lo lascia lì mezzo morto. Il samaritano, l’eretico, il peccatore, invece, pieno di compassione, si ferma, lo soccorre, lo prende, lo porta al più vicino albergo a sue spese e dice: “Questo uomo tenetelo a spese mie finché non sarà risanato”.
La domanda di Gesù è chiara, dice: “Chi è dei due che ha agito nell’amore, che ha agito nel bene?”. Non certo questo sacerdote che, pieno della sua presunzione va al tempio e lascia quel poverino a morire lì, come se questo non fosse un suo fratello e non fosse amato da quel Dio che andava a venerare nel tempio con tanta ipocrisia.
Sono tutti esempi che ci devono confortare, ci devono confortare. Guai a lasciarsi prendere dai sensi di colpa, guai a lasciarsi prendere da una falsa umiltà, dall’avvilimento “io non sono degno”. Siamo degni perché siamo tutti in Dio, siamo tutti figli di Dio, tutti destinati a regnare con Lui, e in questo mondo ci siamo venuti per una missione. Altrimenti non saremmo qua. Saremmo da qualche altra parte. E se siamo qua, cerchiamo di capire perché siamo qua, e cosa siamo chiamati a testimoniare qua.

FINE PRIMA PARTE

001 – Gennaio 2019 - Le dimensioni dell’Amore (di Pamela Pintus)

Le dimensioni dell’Amore (di Pamela Pintus)

Cari amici e fratelli,
sono lieta di dare il mio contributo a questa iniziativa dal titolo “Le vie dello Spirito” e di curare personalmente una collana di scritti dal titolo “Le dimensioni dell’Amore”.
Mi impegnerò ogni mese a fare delle riflessioni sul tema dell’Amore e a condividerle con voi, prendendo spunti dalla Sacra Scrittura, dagli ammaestramenti legati alle esperienze di “Angeli in astronave” (di Giorgio Dibitonto, Edizioni Mediterranee, Roma, 1983) e dai messaggi degli Angeli, di Gesù e della Madre Celeste, dati a questa Missione Spirituale.
È mio desiderio, in questi miei scritti, fare riferimento anche alle vostre testimonianze e alle vostre considerazioni sui temi affrontati, per uno scambio fraterno che possa reciprocamente arricchirci e farci sentire uniti sui sentieri dello Spirito.
Nel libro biblico di “Genesi” (1, 26), leggiamo che Dio disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza …”. Con queste parole, Dio esprime il suo progetto d’amore e la sua volontà di dare la vita a delle creature che riflettano la sua immagine, che gli somiglino, proprio come accade nelle famiglie umane quando due sposi esprimono il desiderio di coronare il loro amore dando vita a dei figli che avranno delle caratteristiche simili alle loro.
“Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò…” (Genesi: 1, 27). Ecco che Dio realizza la sua volontà d’amore. Quanto espresso poco prima, non rimane solo un suo desiderio, un suo pensiero. Egli opera perché tale desiderio, tale pensiero, tale intenzione, tale progetto si compiano e si attuino.
“Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò…” (Genesi: 1,27). Questa frase biblica può far sorgere in noi mille riflessioni circa la nostra somiglianza con Dio. Come Lui, ad esempio, siamo stati dotati di una volontà, quindi della libertà di scelta che ci permette di maturare ed esprimere i nostri voleri. Siamo stati dotati di un’intelligenza e quindi anche della capacità di fornirci, di costruirci e avvalerci degli strumenti adatti per realizzare quanto ci sta a cuore, le nostre volontà e i nostri progetti. Ma non può passare inosservato quanto leggiamo subito dopo: “… maschio e femmina li creò” (Genesi: 1,27). “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Genesi: 1,27). Questo aspetto di somiglianza dell’essere umano con Dio viene esplicitato e quindi vuol dire che ha un’importanza che non può essere trascurata.
Qui Dio rivela la sua identità androgina. Questo significa che in Dio sono compresenti la sua Essenza Divina Femminile e la sua Essenza Divina Maschile. In Dio sono presenti il suo Volto Maschile e il suo Volto Femminile, il suo Volto Paterno e il suo Volto Materno, allo stesso tempo. L’uomo in principio viene creato a sua immagine.
La parola “uomo” in questi versetti non è da intendersi come “l’essere umano maschio”, ma come “l’essere umano androgino”, nel quale convivono e sono compresenti le due essenze integranti maschile e femminile.
La creazione dell’essere umano passa attraverso due fasi.
Dio creò dapprima l’essere umano androgino, a somiglianza di Dio. Le tre Persone Divine Padre-Madre, Figlio e Spirito Santo infatti sono tutte e Tre composte rispettivamente da un’Essenza Divina Maschile e da un’Essenza Divina Femminile. Questo fa parte delle rivelazioni date a questa Missione Spirituale e trovano pieno riscontro nelle Sacre Scritture.
L’essere umano inizialmente aveva, a somiglianza di Dio, la sua parte maschile e la sua parte femminile fuse in un unico essere spirituale, animico e fisico.
“Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi…»” (Genesi: 1, 28).
A Dio piacque l’essere umano che aveva appena creato a sua immagine e lo benedisse. La Sacra Scrittura in realtà dice “Li benedisse”, usa il plurale, pur parlando ad un unico essere androgino. Questo perché Dio conosce che nell’essere umano creato a sua immagine sono presenti le due essenze, rispettivamente femminile e maschile, che nel secondo momento creativo Dio separerà.
Il plurale viene usato anche nel versetto che abbiamo citato inizialmente, laddove Dio disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza …”. Anche qui Dio parla al plurale “facciamo”, “nostra immagine”. Questo sia perché in Lui sono presenti le Tre Persone Divine, Padre-Madre, Figlio e Spirito Santo, che partecipano al momento creativo, e inoltre perché ogni Persona Divina è Androgina e quindi ha in sé la sua Essenza Divina Femminile e la sua Essenza Divina Maschile.
“Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi”. Il “benedire” di Dio non possiamo intenderlo solo letteralmente nel senso di “dire bene” o “augurare bene”. La benedizione di Dio vuol dire anche che Egli offre all’uomo i suoi doni divini, che lo custodisce, lo sostiene, è presente ed è partecipe della sua vita con il suo amore, per suo amore, come in una famiglia i genitori fanno tutto per amore dei loro figli, donano tutto quanto è in loro possesso e in loro potere per sostenerli, agevolarli, aiutarli. Dio è la nostra Famiglia Divina – Padre-Madre, Figlio e Spirito Santo - e quindi tutto quanto di più amorevole possiamo pensare e attribuire alla più bella e amorevole delle famiglie umane, ancor di più possiamo e dobbiamo attribuirlo a Dio, come nostra Famiglia Divina che ci ha dato l’esistenza.
A seguire, sempre in Genesi (2, 7), leggiamo: “…allora il Signore Dio plasmò l'uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente”.
Ecco il momento creativo in cui Dio soffia nell’essere umano il suo Santo Spirito che gli dona la vita. Dio alita il suo Divino Spirito nell’essere umano che da quel momento diventa un essere vivente.
Da questo passo comprendiamo come la dimensione fisico-materiale senza lo Spirito è priva di vita. Lo Spirito soprassiede a tutte le dimensioni dell’essere umano e in generale a tutte le dimensioni dell’intera creazione. Lo Spirito soprassiede a tutte le dimensioni: siano esse fisico-materiali o cosmico-astrali… Queste ultime, come avremo modo di approfondire in un altro contesto, fanno da trait d’union fra lo Spirito e la materia. L’uomo nella sua interezza è formato da corpo fisico, anima e Spirito, già nel disegno creativo originario, come la Bibbia dirà più avanti.
Al versetto 8 del capitolo 2 di Genesi, leggiamo: “Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato” (Genesi: 2, 8).
Il Signore prepara un luogo da donare all’essere umano come sua dimora. La Sacra Scrittura parla di “giardino” all’interno dello spazio incontaminato chiamato “Eden” che, per usare le parole dell’arcangelo Raffaele, “è tutto il cosmo fedele all’Amore del Padre Creatore” (G. Dibitonto, “Angeli in astronave”, Roma, Edizioni Mediterranee, 1983, p.54-55).
“Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti»” (Genesi: 2, 15-17).
Il Signore Dio offre all’essere umano la possibilità di nutrirsi degli infiniti frutti dell’Amore Universale e lo mette in guardia dal mangiare un solo frutto, quello del male. L’ammonimento dato da Dio all’essere umano aveva lo scopo di preservarlo dalle conseguenze dolorose che inevitabilmente sarebbero scaturite dallo sperimentare il male. Il verbo “conoscere” nella Bibbia ha il significato di “fare l’esperienza” e il “male” è tutto ciò che è privo dell’amore di Dio e ad esso contrario.
“Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo [ndr. da intendere “essere umano androgino”], che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo [ndr. da intendere “essere umano androgino”], una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa perché dall'uomo [ndr. da intendere “essere umano androgino”] è stata tolta». Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna” (Genesi: 2, 18-25).
Quello che leggiamo in questo brano biblico fa parte del secondo momento creativo dell’essere umano.
Il Signore separò la parte femminile da quella maschile in due persone umane distinte, simili fra loro, perché potessero essere l’uno di aiuto all’altro, in un’unità d’amore perfetta fra loro.
L’uomo, nel disegno creativo originario, riconosce questo dono di Dio e se ne compiace: “Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa perché dall'uomo è stata tolta”.
L’immagine della creazione dell’uomo e della donna è commovente. Quando il Signore conduce la donna all’uomo, quest’ultimo la riconosce come carne della sua stessa carne, osso delle sue stesse ossa e la loro unità e il loro amore è fra loro talmente grande che, pur essendo ora due persone umane distinte, agli occhi di Dio sono una sola carne. Questa è l’unità d’amore che il Signore ha previsto nel suo disegno creativo originario per l’uomo e per la donna, per le due essenze, maschile e femminile, poste ad integrazione l’una dell’altra.
Quanto previsto dal disegno originario non può solo suscitare sentimenti di gratitudine per il Signore. Ci riguarda più direttamente perché esso è la realtà che Dio vuole ripristinare e ristabilire su questa Terra, dal momento che la caduta originale ha sconvolto tale disegno.
Ciascuno di noi, impegnato in un cammino spirituale, è chiamato a vivere, o quanto meno ad essere impegnato a vivere, con l’aiuto di Dio, nella propria vita, quelle realtà d’amore e di unità previste nel disegno originario. L’amore verso il prossimo comincia da coloro che abbiamo più vicini, comincia nella nostra famiglia. Come disse la Madre Celeste in un messaggio dato a Giorgio negli anni ’80: “La prima missione è in famiglia”. La nostra prima palestra in cui esercitare l’amore è la famiglia. Il comandamento dell’amore di Gesù riguarda anche e soprattutto la nostra famiglia e, in particolare, oggi voglio portare l’attenzione sul rapporto fra ogni sposo e ogni sposa che il Signore ha posto l’uno accanto all’altra! Torniamo a Genesi. Abbiamo letto: “I due erano nudi”. Non dobbiamo intendere questa espressione solo fisicamente, come ce li mostra l’iconografia tradizionale. Questa affermazione è da intendere prima di tutto spiritualmente. I due sono nudi. Sono autentici, si mostrano e si accolgono l’un l’altro per quello che sono e non ne provano alcun imbarazzo e alcuna vergogna. Anzi, possiamo intuire tutta la gioia, la commozione, la gratitudine e l’amore che essi provarono l’uno per l’altro, nel riconoscersi non solo simili, ma l’uno parte dell’altra, nell’unità d’amore che Dio aveva loro donato.
Questa è la realtà meravigliosa della creazione dell’uomo e della donna nel disegno originario!
Successivamente Genesi ci parla della caduta e delle sue conseguenze (cfr. Genesi: 3, 1-22). Con le parole dell’arcangelo Raffaele possiamo riassumere sinteticamente quanto avvenne. “Un giorno, però, gli uomini della Terra vollero mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male. Esso era proibito perché dannoso alle creature. Il Padre aveva dato il suo avvertimento. Ma i terrestri non vollero fidarsi dell’ammonimento del Padre, e così iniziarono le loro esperienze: ebbe inizio, così, il ciclo attuale. Essi, che avevano mangiato degli infiniti frutti dell’Amore Universale, vollero mangiare un solo frutto: quello di voler provare le poche vie del male. E dissero anche che l’Amore Universale era monotono e noioso, calunniando in tal modo la divina fantasia creatrice. L’uomo sostituì allora il male al bene, l’egoismo all’amore, la guerra alla pace, l’involuzione all’evoluzione. Si abbrutì, e di questo incolpò ancora il Padre che aveva concesso una dignitosa libertà nel suo Amore a tutti i suoi figli. Ecco così realizzarsi le parole: «Se mangerete di quel frutto proibito ne morrete»” (G. Dibitonto, “Angeli in astronave”, Roma, Edizioni Mediterranee, 1983, p.55).
Genesi, nel brano in cui ci racconta della caduta, ci riferisce che Dio disse alla donna: “Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà” (Genesi: 3, 16).
Etimologicamente il verbo “dominare” deriva dal latino “dominus” che vuol dire “signore”. E a sua volta la parola “dominus” deriva dalla parola “domus” che vuol dire “casa”. Quando Dio disse all’essere umano di dominare sulla creazione, volle dire che Dio elesse l’essere umano ad essere signore della creazione, quindi gli chiese di occuparsi della creazione, di prendersene cura, di esserne signore, di servirla con amore, di servire con amore la creazione che gli aveva donato come casa. E così anche i due sposi erano stati creati per prendersi cura l’uno dell’altro, per aiutarsi e servirsi reciprocamente. Dio aveva chiesto all’uomo di essere signore, servitore, responsabile in amore e dignità verso la sua donna. Questo valeva anche per la donna, signora, servitrice, responsabile in amore e dignità verso l’uomo. La parola “donna” anche etimologicamente racchiude in sé questo comando del Creatore. Infatti “donna” deriva dal latino “domina”, signora.
Nel disegno creativo, Dio ci presenta l’uomo e la donna di pari dignità e signoria, nelle loro caratteristiche e nei loro ruoli complementari, ad integrazione l’uno dell’altra.
Quindi l’uomo e la donna furono creati per essere l’uno dominus dell’altro, nel senso più buono, più spirituale del termine. Pensiamo che il Signore è colui che serve più di chiunque altro l’intera creazione, tutti noi, prendendosene cura con tutto il suo amore e noi eravamo stati creati, anche sotto questo aspetto, per essere a sua immagine e somiglianza.
Quando poi l’umanità fece la scelta di sperimentare il male, l’idillio d’amore che Dio aveva posto nella coppia umana si ruppe, si offuscò. Il male colpirà profondamente e dolorosamente l’unità di amore che Dio aveva posto nella coppia. Il male avrà come suo primo bersaglio la distruzione dell’unione fra l’uomo e la donna, che avrebbero dovuto rispecchiare originariamente l’unità e l’amore del Volto Maschile e del Volto Femminile presenti rispettivamente nelle Tre Persone Divine Androgine che sono tra loro in perfetta unità. Dal momento della caduta originale, lo scompiglio che il nemico del Bene ha portato nella coppia umana è sotto gli occhi di tutti, con le conseguenze dolorose che ne derivano sul piano personale, come coppia, sui figli, come famiglia, e come umanità. E così, dopo la caduta originale, rimane l’attrazione d’amore fra i due. L’uomo infatti, così come la donna, cerca istintivamente l’amore di colei, o colui, che nel disegno originario lo integra, ma il verbo “dominare”, a causa della violenza del male accolto, è stato tradotto nel suo significato più negativo del termine, perdendo il suo significato più amorevole previsto dal disegno originario di Dio. L’uomo, che era stato chiamato ad essere signore, a servire, a prendersi cura con amore della creazione, a causa del male che ha accolto nel suo cuore, ha cominciato a dominarla nel senso più negativo del termine, sfruttandola, inquinandola, deturpandola, distruggendola. Tutto questo è avvenuto anche nelle coppie, laddove il nemico del bene è riuscito ad infilarsi con le sue insidie, minando le famiglie a partire proprio dal nucleo di base, dal cuore delle famiglie, il rapporto fra i due sposi, con conseguenze negative sui figli e sulla società.
Dio vuole che l’amore e l’unità delle due essenze integranti rifulgano sin da adesso in tutte le coppie e in tutte le famiglie, nell’attesa che la seconda venuta di Gesù sulle nubi del Cielo ripristini universalmente il suo disegno creativo originario.
L’amore delle due essenze integranti, che ognuno di noi ha scritto da sempre nel proprio cuore, rimane come esempio, come modello dentro di noi, che siamo chiamati a vivere lo stesso amore e la stessa unità, in ogni caso, nella coppia umana e nella famiglia, a beneficio di tutta la società umana.
Essere uomini di buona volontà della Terra significa anzitutto testimoniare l’amore nella nostra famiglia, per farlo dilagare anche al di fuori. Questo aspetto non è secondario, se la Madre Celeste ci ha detto che la nostra prima missione è in famiglia!
Non è secondario nemmeno per le parole che leggiamo in Malachia (3, 23-24):
“Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno maestoso e terribile del Signore [ndr. maestoso per chi viene trovato nell’Amore, che la Bibbia chiama “i salvati”, e terribile per chi si trova nell’odio distruttivo, “i non salvati”] perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio”.
Queste parole del profeta non vanno intese alla lettera. La conversione dei cuori dei padri verso i figli e la conversione del cuore dei figli verso i padri, richiama in generale la conversione dei cuori all’interno delle famiglie e quindi riguarda anche la conversione dei cuori delle coppie. È la conversione di ogni fratello all’amore dei suoi fratelli.
Il profeta Elia in questo tempo opera perché il Signore, al suo ritorno, possa trovare unite e nell’amore di Dio, nell’amore secondo Dio, anche le coppie, a maggior ragione quelle che sono impegnate in un cammino spirituale. Anche da questo dipenderà la misericordia che il Signore potrà usare verso la nostra umanità al suo ritorno (“…così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio”).
Gesù in questi anni ci ha parlato a lungo, tramite i messaggi ricevuti da Giorgio, dell’unione trinitaria delle coppie (uomo-donna-Dio) e dell’amore che Egli vuole fare rifulgere nelle famiglie.
Sono ammaestramenti importanti dei quali tutti noi oggi possiamo fare tesoro.
Per questo, carissimi amici e fratelli, a conclusione di queste prime riflessioni sulle famiglie, voglio condividere con voi alcune frasi di Gesù date, attraverso Giorgio, a questa Missione Spirituale. Leggiamole come una preghiera, chiedendogli che possano calarsi sempre di più nel nostro cuore e che ci aiutino, nella loro forza trasformante, ad essere sempre più disponibili a quanto Dio vuole fare in ciascuno di noi e nelle nostre famiglie. Gesù gli ha detto: “Io sto riportando col Padre-Madre, con lo Spirito Santo e col paradiso, la vera unione che era nell’eden e che faceva parte del disegno creativo originario”.
“Vi insegno a donarvi l’un l’altro, essendovi donati a me, per farvi superare le difficoltà che in questo mondo impediscono la vera unione di coppia e nella famiglia”.
“Con questo abbraccio con me, con questa donazione e unione, vi porto a santificarvi davvero”.
“Vi faccio morire allo spirito del mondo per rinnegare voi stessi [ndr. per rinnegare il vostro ego] ed entrare totalmente nel mio amore misericordioso”.
“È così che poi, quando i due sposi, uomo e donna, si abbracciano, vedono trasferirsi nel loro rapporto il mio amore con tutti i miei doni”.
“Prima li trasferisco ad ognuno di loro e poi li faccio scorrere fra di loro nel loro vicendevole abbraccio”.
“È così che la coppia umana … si perfeziona nell’amore e forma con me un’unione trinitaria anche sul piano umano …”.
“Ecco l’unione trinitaria: Io, lui, lei!”.
“Da questa unione trinitaria, l’amore si trasfonde ai figli e alla famiglia tutta”.
“Soltanto in questo amore trinitario con me, c’è la vera coppia e la vera famiglia …”.
Carissimi amici e fratelli, augurandomi che questo mio scritto possa portarvi quanto ho sentito nel cuore, vi abbraccio con amore.

Vostra Pamela

002 – Febbraio 2019 - Le dimensioni dell’Amore (di Pamela Pintus)

Le dimensioni dell’Amore (di Pamela Pintus)

Carissimi amici e fratelli,
da tempo sento nel cuore la spinta a parlare delle famiglie e dell’amore che in esse si dovrebbe vivere. Credo che questo amore faccia parte del disegno creativo originario di Dio. È un tema che a tutti noi dovrebbe stare molto a cuore perché le famiglie sono le cellule della società umana. In generale, se nelle famiglie vi fossero più amore e una maggiore unità, l’umanità diventerebbe migliore con conseguenze positive impensabili.
Dal momento che trattiamo temi spirituali, non possiamo fare passare inosservato che nelle apparizioni mariane, anche le più accreditate come quelle avvenute a Fatima, la Madre Celeste ha parlato dell’attuale disgregazione delle famiglie, con gravi danni al nostro mondo.
Ella ha parlato degli attacchi del male alle famiglie e dell’importanza della loro salvaguardia.
Lucia di Fatima scrisse in una sua lunghissima lettera che la discordia e l’odio nelle famiglie sarebbero stati uno dei segni finali di questo tempo. Lucia invitò chiunque lavora a favore delle famiglie, di non avere paura perché avrebbe dovuto superare battaglie e incomprensioni.
Voi ben sapete che a Civitavecchia nel 1995 una statuina della Madonna di Medjugorje pianse lacrime di sangue per 14 volte presso la famiglia Gregori. Ho avuto personalmente il dono di averla vista dopo appena qualche ora dalla sua prima lacrimazione, vivendo io allora in quella città. In un messaggio a papà Fabio, la Madre sottolineò il fatto che il male vuole distruggere l’umanità cominciando ad abbattere le famiglie. Questo messaggio ricalca quello di Fatima.
La Madonna, sempre nei messaggi dati a Civitavecchia, ha aggiunto che il male voleva minare ad ogni costo l’unità della famiglia.

La Madonna, che a Quito apparve sotto il nome di “Nostra Signora del Buon Successo” a suor Mariana di Gesù, preannunciò che l’unione delle coppie sarebbe stata attaccata e profanata in ogni senso della parola, con lo scopo di distruggerle.
Spesso, anche fra persone che seguono un cammino spirituale o che, in generale, hanno a cuore le cose dello Spirito e dell’Amore di Dio, ci sono situazioni familiari di grande sofferenza. La preghiera per loro viene indicata dall’Alto come mezzo di grande sostegno perché possa tornarvi l’amore in ogni sua espressione, affinché ritorni la comprensione e la tenerezza dei cuori.
Come figli di Dio, uomini di buona volontà e operatori di pace, come quegli eletti che preparano il nuovo tempo dell’amore universale, siamo chiamati ad operare per la pace e l’unità nelle nostre e altrui famiglie, per quanto ci è possibile, facendo sempre attenzione a non venirne coinvolti negativamente. Nel caso di situazioni di grave contrasto, dovremmo cercare di evitare tutto ciò che non costruisce, che divide, che ci fa schierare, operando per l’unione e il superamento di quanto mortifica e uccide l’amore.
Noi ben sappiamo che ci sono delle situazioni familiari che fanno molto soffrire. Essere operatori di pace, costi quello che costi, battersi perché torni l’amore laddove i cuori si sono raffreddati, tutto questo fa parte della nostra missione di discesi sulla Terra in missione, per un disegno di Dio concordato con noi. È in ballo la salvezza della nostra umanità, del nostro pianeta, per abbreviare questa grande tribolazione che stiamo soffrendo, per affrettare la seconda venuto gloriosa di Gesù. Siamo nel tempo del compimento di tutte le profezie. E l’attuale disgregazione familiare fa parte dei segni profetizzati per gli ultimi tempi.
Alcuni importanti messaggi del Cielo dati a questa Missione ci hanno detto che il Padre Celeste mette dei “ponti di salvezza” anche fra i componenti di una famiglia. Dio si serve di coloro che decidono, costi quel che costi, di perseverare nell’amore e nella pazienza operosa, per togliere il male, l’odio, il rancore, le rivendicazioni, gli orgogli e le divisioni tra i componenti di una famiglia. Tutti siamo legati gli uni agli altri per un disegno universale d’amore e di salvezza. Ciascuno di noi può essere quel ponte di salvezza che Dio ha gettato fra Lui e quel nostro familiare o quei nostri familiari che ci procurano talvolta anche delle gravi sofferenze. È una missione che ridona concordia, pace, gioia e fraternità nell’amore di Dio, del prossimo e della creazione tutta. Dunque, uno dei baluardi nei programmi del male è la distruzione della famiglia. È ben visibile e sotto gli occhi di tutti lo sgretolamento delle famiglie. È bene che tutti noi abbiamo la coscienza di questo obiettivo del male. Tutti noi che desideriamo il tempo della luce e dell’amore, dovremmo avere, nello spirito di preghiera e nella vigilanza, il discernimento per riconoscere gli attacchi del male e combatterli con le armi appunto dell’amore, della luce e dello spirito della nostra missione. Questa coscienza e questa sacra battaglia ci porterebbe pace, gioia e costruttività.
Preghiamo chiedendo tutela e aiuto a tutto il Cielo perché possa tornare l’unità laddove si sono create divisioni, il calore dove è entrata la freddezza e l’indifferenza, la tenerezza dove sono stati alzati dei muri di durezze, amore e misericordia dove i limiti umani sono ancora grandi e forse lo saranno sempre finché saremo su questa Terra.
Gesù e la Madre Celeste, nel Cuore del Padre e nella Potenza dello Spirito di Dio, aiuteranno le nostre famiglie a ritrovare l’amore, ma occorre che ognuno di noi faccia la propria parte per rendere possibile l’azione di Dio in noi e intorno a noi, in noi e nelle nostre famiglie.
È sempre d’obbligo cominciare a ricostruire da noi stessi, anche quando viviamo in famiglia problemi e difficoltà. Certe situazioni negative non dipendono sempre e solo dagli altri. Noi possiamo modificarci e migliorarci, fare dei passi nella direzione dell’amore, per produrre, di riflesso, anche cambiamenti negli altri.
Che siamo figli di Dio, uomini di buona volontà ed eletti, va ricordato sempre anche e soprattutto in seno alle nostre famiglie Ogni volta che si crea un dissenso, possiamo sempre scegliere se operare per la pace o per la guerra, se scegliere di stare nell’umiltà, nella pazienza operosa e nell’amore, oppure assecondare rivendicazioni e orgogli, se guardare in avanti oppure essere girati indietro al passato dove abbiamo subìto e dato delle ferite, se cercare di guardare a quanto accade con occhi spirituali, in un’ottica di missione, o con quelli umani di questo mondo. Ognuno di noi può fare la sua piccola e grande parte. Tutti, poco o tanto, lo possiamo.
Oggi vi sono tantissime persone che hanno visto distrutta la loro famiglia. Non importa se hanno avuto o no delle colpe. Sono comunque rimaste vittime di un’azione del male.
La Sacra Scrittura profetizza che la seconda venuta gloriosa del Signore farà nuove tutte le cose e che già sta ricostruendo e riedificando il Nuovo Tempo con tutti gli uomini di buona volontà. Noi sappiamo che l’amore e l’azione di Dio è oltre le regole umane e le leggi fatte dagli uomini. Vi sono famiglie distrutte nel tempo che Dio ha slegato dai vecchi vincoli e ha riunito nei nuovi. Proprio perché sta facendo nuove tutte le cose.
Non è facile fare comprendere queste cose per chi vive nella logica degli schemi che vogliono fare prevalere leggi umane. Ma Gesù prepara veramente il suo Regno e regnerà con tutti coloro che avranno scelto l’amore universale.
La missione di ognuno di noi e di ogni famiglia è particolare, unica e diversa dalle altre. Dio chiede a tutti di portare il peso della propria missione in questo mondo per gli scopi della sua gloria e della salvezza di tantissimi fratelli. A chi chiede una cosa e a chi un’altra, ma a tutti viene chiesto di portare un peso con Gesù, per aiutarlo, per partecipare alla sua missione divina di Redentore e Salvatore del mondo. Egli sta per tornare a porre la parola “fine” al decadimento di questa umanità, per sconfiggere per sempre dolore e morte, malattia e ogni cosa negativa. Le Scritture dicono che la creazione sta soffrendo il suo parto per risorgere in Gesù Cristo.
Laddove l’amore nella famiglia è messo a dura prova, c’è una missione speciale e una donazione d’amore che ha un valore spirituale eccezionale. Noi siamo chiamati a vedere e a valutare le cose con gli occhi dello Spirito. Laddove c’è più difficoltà ad amare nella propria famiglia, si può sprigionare un amore talmente grande in rapporto alle sofferenze che devono essere alleviate o tolte. Quell’amore che dal Cuore del Creatore, da Gesù Cristo va a portare salvezza e amore in una misura elevatissima. Sono tante le considerazioni spirituali a beneficio anche della parte umana, che possiamo fare sulla realtà della nostra missione nelle famiglie. Per gli uomini di buona volontà, per gli operatori di pace e della ricostruzione, c’è molto da fare e possiamo fare molto. Ma anche il poco verrà valorizzato laddove non sarà possibile fare che poco visibilmente. Sul piano dello Spirito tutto ha grande valore ed efficacia.
La nostra missione nelle famiglie è una missione universale e investe tutta la Famiglia Universale del Padre-Madre e del nostro Divino Fratello Primogenito Gesù Cristo. I benefici sono previsti, continui e senza misura. Tutto fa parte del disegno d’amore e di salvezza su questo pianeta di redenzione e i discesi in missione sono tutti chiamati a operare per il nuovo giorno ormai alle porte. Essi non sono qui per caso.

È essenziale, a questo riguardo, ricordare sempre quanto disse il profeta Malachia (3, 23-24): “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e maestoso del Signore, perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio”.
Si tratta di un linguaggio biblico dell’Antica Alleanza, dove Malachia si esprime in un codice profetico. In realtà sono gli uomini a preparare lo sterminio, se non tornano all’amore universale e il lavoro inizia sempre da se stessi e dalle famiglie. Per questo Malachia dice che Elia deve convertire il cuore dei padri e dei figli.
Questo avvertimento del Signore circa il tempo della fine, ci porta a capire quanto è importante il comandamento dell’amore datoci da Gesù anche per quanto riguarda le famiglie. Certamente l’amore nella famiglia è il risultato dell’amore di ciascun componente della famiglia stessa. Ma laddove uno o più componenti non vivono nell’amore voluto dal Signore, Dio ha posto una o più persone, suoi figli fedeli, affinché in quella famiglia la fiamma dell’amore non si spenga e che quindi vi possa essere salvezza. Quando il Padre-Madre manderà Gesù Cristo sulle nubi del cielo manifestamente a sconfiggere il male e a sollevare gli uomini che vorranno essere sollevati, l’unico criterio di salvezza sarà proprio l’amore per evitare lo sterminio. Stiamo assistendo a guerre sanguinose, a violenze inaudite in un tempo che potrebbe fare stare bene tutti per i mezzi a disposizione. Vediamo lo sconvolgimento profetizzato da Gesù nei popoli, nella società e la caduta dei valori più basilari con il conseguente raffreddamento dell’amore nelle persone e fra le persone. Si preparano armi sempre più micidiali… occorre che ogni uomo di buona volontà o eletto operi e preghi.
Possibili momenti difficili e tremendi che si affacciano all’orizzonte del nostro pianeta, non dovranno trovarci fuori dall’amore, ma nella donazione d’amore affinché Dio e gli Angeli suoi, nostri fratelli, possano salvare coloro che non sono nell’amore affinché non siano nello sterminio. Perché tutto ciò che non sarà trovato nell’amore di Dio e del prossimo sarà tolto e questo è il significato della parola “sterminio”.
Ognuno di noi può dare la sua testimonianza perché vedano in noi quell’unità di amore che Dio vuole fare risplendere in ogni persona, in ogni coppia, in ogni famiglia e in tutta l’umanità. A volte basta così poco, se ci sciogliamo dalle nostre durezze e prese di posizione. Nel momento in cui portiamo la nostra testimonianza, siamo come un papà e una mamma ai quali i figli-fratelli guardano come esempio di amore e unità. Quando questo non accade, occorre prendere in esame la situazione e anche farsi aiutare perché tutto sia ricondotto alla concordia, alla sintonia, all’unità e all’amore. Se la nostra testimonianza è coerente con quanto diciamo, avrà sicuramente grande efficacia.
Concludo questo mio intervento riportando le parole della Madre Celeste a Giorgio e a Tina il 10 ottobre del 1988 e che oggi possiamo sentire rivolte a tutti noi: “… Gesù … dovrà operare con voi senza più battute d’arresto per nessun motivo. Si prepara la sua Venuta ed il suo Regno millenario sulla Terra e nel Cosmo. Voi siete gli Angeli Eletti a testimoniare ciò. Per questo vi dissi: Maggiore Consapevolezza…”.

Con amore. Vostra Pamela

001 – Le vie dello Spirito – Gennaio 2019

A proposito di “Angeli in astronave” (di Tina De Pascale)

Carissimi tutti, sarebbe inutile nascondere quanto è stata straordinaria e sorprendente l’esperienza vissuta nel 1980 da Giorgio e da me, Tina, raccontata e raccolta fra le pagine del libro “Angeli in astronave”. Sorprendente perché ci ha sorpresi, stupiti, ignari di qualsiasi cultura extraterrestre, e straordinaria perché proveniva dai Mondi dell’Amore, di quell’Amore sublime che può esistere solamente nell’infinità del nostro Creatore, Dio!
È stato facile arrenderci alle meraviglie che avevamo di fronte ai nostri occhi: gli Angeli, i Messaggeri della Luce, i Viaggiatori dello Spazio che, per ammaestrarci per il compito che ci avrebbero chiesto, ferma restando la nostra libera scelta di aderire o meno, si sono calati nelle forme cosmiche prendendo sembianze celestiali perché potessimo fidarci di Loro, non solo per la loro bellezza, ma anche per le realtà che ci avrebbero disvelato.
Sembra impossibile, ma tutto si è sempre svolto con grande delicatezza, gradualità e soprattutto semplicità, una dolce virtù che noi terrestri abbiamo da tempo sepolto insieme alla fiducia e alla speranza.
Quando li abbiamo incontrati (io per la prima volta), mi sono sentita appartenente a Loro e allo stesso tempo Loro appartenevano a me: era come sentirli finalmente parte di una vera e unica Famiglia, quella dalla quale proveniamo e alla quale tutti faremo ritorno!
Non importa il tempo che impiegheremo, anche se qui sulla Terra gli anni segnati dal nostro calendario ci sembrano lunghi e tanti, lassù è già tutto presente e tutto sarà realizzato per ognuno di noi in un perfetto disegno d’Amore che ci vedrà sempre liberi, protagonisti, unici, irripetibili ed essenziali, perché possa compiersi il piano di salvezza da sempre annunciato e profetizzato… e quello che stiamo vivendo è l’atto finale, perché tutto si avveri!
Gesù lo ha promesso e ritornerà, sta tornando; nonostante la crescente incredulità, tutto avverrà come sta scritto! A noi spetta “semplicemente” di aprire la porta del cuore e dire: “Eccomi, Signore, io sono con te”. Ne vale la pena, non vi pare?
Gesù, Uomo-Dio, sta insistentemente bussando ai cuori di tutti, uno ad uno, senza schemi, né regole, né tanto meno giudizio alcuno, oltre ogni religione, lingua e razza!
Obbedientissimo alla volontà del Padre, continua a custodire tutti coloro che gli sono stati affidati, senza mai perdere di vista nessuno. Lo fa con l’intercessione della Vergine Maria, coadiuvati da tutte le Schiere Celesti, pronti ad esaudire gli scopi del Padre. Tutto questo non vi sembri un’istituzione: in Cielo non esistono gerarchie per come noi le intendiamo: ogni essere operante, ogni azione, ogni gesto nasce solo dall’Amore e dalla volontà di servire i fratelli e guidarli sulla via del ritorno alla Casa del Padre, o alle tante altre dimore già pronte per ciascuno.
Mentre vi scrivo, mi accorgo una volta di più di quanto siano limitanti le parole per descrivere i sentimenti e le realtà celesti che ci circondano. Conto sul vostro impegno nella lettura e, soprattutto nell’ascolto di quanto lo Spirito, più che la mente, vi suggerirà.
L’attualità dei tempi che viviamo è ormai evidente: tutto sta per attuarsi come ci fu detto: la natura si ribella, ahimè, grandemente, gli uomini sono sempre più in corsa verso mete inesistenti, gli animali soffrono spaventati più che mai da ciò che li circonda.
A chi potremo rivolgerci se non ai nostri Fratelli e Sorelle dello Spazio per essere aiutati? So che non è facile… Non pensate che sia più facile per noi che abbiamo visto e toccato, anzi: a chi più viene dato più viene chiesto! Non siamo privilegiati: per il Padre i suoi figli sono tutti uguali. Non ha preferenze. Ad alcuni dà servizi diversi da quelli che dà ad altri, ma tutti siamo alla pari nell’unica dignità divina.

Alla prossima volta e, visto il tempo che fa, un caldo abbraccio.

Vostra Tina

002 – Le vie dello Spirito – Febbraio 2019

A proposito di “Angeli in astronave” (di Tina De Pascale)

respiravamo e nella natura che ci circondava.
Nonostante la mia piccolezza e ignoranza, a proposito dei temi che ci andavano proponendo, mi sentivo privilegiata, fino a quando dentro di me sorse spontanea una domanda. E non appena trovai il coraggio di formularla, chiesi loro: “Perché proprio a noi?”.
Molto semplicemente mi fu risposto: “E perché no?”.
Cadde improvvisamente in me il senso non più di privilegio, ma di presunzione: riflettei che Dio può rivolgersi a chiunque, può fare parlare anche gli asini (… e lo ha fatto, come racconta la Bibbia nel Libro dei Numeri, capitolo 22, versetto 28). In Dio non esiste il privilegio e tanto meno il merito: Egli, il Padre, distribuisce i suoi doni in ordine al suo preciso ed imperscrutabile disegno che porterà tutti quanti, pur se in tempi diversi e nel massimo rispetto del libero arbitrio di ciascuno, alla salvezza eterna, ai doni che ci ha riservato da sempre e che non ci ha mai tolto. Purtroppo siamo noi, a causa delle nostre sfiducie, che ce ne siamo privati, allontanandoci dal suo amore e trascurando la semplicità a beneficio delle conoscenze contorte e illusorie del nostro mondo.
Ma c’è sempre tempo per rimediare: i Fratelli e le Sorelle celesti ci dissero che il Padre ha sempre pronti altri piani per recuperare i suoi figli ed è sempre propenso ad accettare qualsiasi rinnovamento rivolto al bene, premiando ancor più, se possibile, quanti vorranno riconoscerlo come Creatore e soprattutto come Amore.
E, proprio per amore, ci ha donato Gesù, esempio unico e divino, perché potessimo più facilmente cambiare e crescere. Crescere nella bontà, naturalmente: detto così sembra una cosa facile ma anche i Fratelli dello Spazio ci dissero che ben comprendevano le nostre difficoltà, essendoci tra di loro alcuni che erano stati uomini o donne sulla Terra.
Quando dissero questo, sentii il mio cuore balzarmi nel petto. Perché? Perché da sempre, fin da bambina, vivevo col terrore della morte. Facevo domande a tutti, ai miei genitori, ai parenti, agli amici, al parroco, a scuola, ma nessuno mi dava una risposta adeguata e tutto si concludeva nel migliore dei casi col dire: “È un mistero di Dio”.
Finalmente dai Fratelli della Luce, che avevo lì davanti ai miei occhi in carne ed ossa, avevo ricevuto la risposta: “Non si muore!”.
Capite la mia felicità? Era sparita la paura che mi aveva accompagnato per 32 anni della mia esistenza. Da quel momento ho vissuto qui sulla Terra, dove ancora mi trovo all’età di 70 anni, con le ali ai piedi, nonostante le tante difficoltà anche di salute fisica che non mi sono mai mancate, ma che ho sempre superato chiedendo costantemente l’intervento del Cielo.
E devo dire che le risposte sono sempre arrivate: l’energia divina universale cura, risana e guarisce perché il vero rimedio è l’amore che tutto può. I fratelli ci dissero che sulla Terra c’è meno amore dell’aria che respiriamo: ecco perché esistono le malattie con le loro tragiche conseguenze sia per gli uomini, per le donne, che per tutta la natura che ci circonda.
Ormai l’inquinamento è globale, è diventato irreversibile e di costante, graduale, ma veloce aumento. Basterebbe che tutti insieme chiedessimo sinceramente aiuto a Dio, alla Madre, a Gesù e a tutte le loro Schiere Angeliche, per poter cambiare lo scenario apocalittico che si sta manifestando sul nostro pianeta.
Anche gli scienziati sono ormai, e finalmente, confusi, ma non si arrendono e cercano soluzioni umane che non trovano esito, anzi non fanno altro che destabilizzare ulteriormente l’armonia della creazione. Ma nonostante tutto, tutti, e nonostante noi, Dio interverrà: non lascerà che il suo - e nostro - pianeta venga distrutto.
La Terra tornerà a essere giardino di Eden ed accoglierà quanti hanno creduto, sperato e anelato il bene, per la definitiva sconfitta del male che già conosce la sua fine. Ogni giorno che passa ci avvicina sempre più all’alba di quel nuovo giorno che non avrà più fine e ci regalerà quel sole radioso che scalderà per sempre i nostri cuori.
Prepariamoci insieme, non perdiamo nessuna occasione, per piccola che possa sembrarci per aiutare il Cielo ad aiutarci. Vale il proverbio, se pure umano: “Aiutati che il ciel ti aiuta!”.
Mettiamolo in pratica, non importa come. Contano solo il cuore e la semplicità per come esprimeremo le nostre azioni quotidiane.
Infine, desidero ringraziare affettuosamente quanti di voi mi hanno scritto: vi ho letto con attenzione e commozione e non trascurerò certo di ricordarvi al Cielo nel mio dialogo e nelle mie preghiere di ogni giorno. E altrettanto farò anche con chi non mi ha scritto: non intendo tralasciare nessuno di voi perché tutti siete ugualmente importanti agli occhi del Signore che vi benedice mentre vi affacciate alle vie dello Spirito e bussate alla sua porta.
Vi lascio associandomi a tutti voi nei vostri pensieri più profondi e intimi perché tutto si avveri… subito!
Vostra Tina

001 – Le vie dello Spirito – Gennaio 2019

Spirito e discernimento (di Michela Antinucci)

Cari amici e fratelli, sono Michela, vivo a Roma e collaboro con Giorgio e Pamela da molti anni per questa missione spirituale.
Non è facile esprimere il proprio vissuto nell’ambito di un cammino spirituale e trasmettere quanto si è approfondito nel tempo a partire dalla lettura del libro “Angeli in astronave”, Edizioni Mediterranee, Roma, 1983, e, quindi, dalle rivelazioni contenute in questo prezioso testo che il Cielo ci ha voluto donare.
Voglio però provarci perché ho imparato che la condivisione è importante e contribuisce a diradare, via via sempre più, dubbi e perplessità e a sentirsi meno soli nell’operazione di crescita spirituale e di comprensione degli scopi del nostro vivere su questa Terra. Gli Angeli hanno spiegato a Giorgio, e quindi tramite lui a noi tutti che desideriamo approfondire questo messaggio, che nelle Scritture è racchiusa una realtà Universale e che la Bibbia e il Vangelo sono testi preziosi per chi sceglie di seguire le leggi dell’Amore Universale e di collaborare al disegno di salvezza che il Cielo ha predisposto per questa nostra dimensione e per tante altre dimensioni della creazione.
L’arcangelo Raffaele dice a Giorgio (“Angeli in astronave”, capitolo 3 dal titolo Il primo incontro, p.34) che “Molti fatti narrati nella Bibbia sono creduti simbolici e astratti ma essi avvennero realmente ed altri dovranno accadere. Se gli uomini della Terra apriranno la loro mente e il loro cuore potranno avere molto conoscenza e sapere verità che ora sono nascoste”.
Aprire la mente e il cuore significa - anzitutto - iniziare a modificare e anche capovolgere alcune ottiche, rispetto a quelle del mondo, e ad acuire il proprio discernimento, cioè, iniziare a fare chiarezza su alcuni aspetti di questo messaggio celeste per poter attingere ad una base comune ed iniziare a dialogare nel linguaggio degli Angeli.
Proviamo a fare qualche esempio.
Nel libro e in tanti relativi testi di approfondimento scritti successivamente, leggiamo spesso di quanto questo mondo non rispetti le leggi dell’Amore Universale, non viva nella fraternità degli Angeli, e di come le dinamiche del mondo stiano portando a tante brutture… È importante intendersi sull’utilizzo della parola “mondo” che – per come ci è stata rivelata – trae origine dal Vangelo.
Gesù ha detto ai suoi discepoli che il mondo li avrebbe odiati perché odiava Lui ma che essi non erano del mondo, non appartenevano al mondo.
Non essere del mondo, per noi che desideriamo aderire al messaggio datoci dagli Angeli e conforme al Vangelo ed alla Bibbia, significa allora non avere lo spirito del mondo che odia, non rispetta le Leggi Universali, e porta brutture…Significa non far parte di quella schiera di uomini che ha scelto di sostituirsi al Padre Iddio per unirsi alla schiera dei falsi profeti.
Non tutta l’umanità rientra nella definizione evangelica di mondo, ma solo quella parte che va contro lo Spirito, contro le logiche spirituali, che negano l’amore, la giustizia, la fraternità…
Se gli Angeli ci avessero chiesto di allontanarci dall’umanità in senso generale, e non dal mondo in senso evangelico, avrebbero portato un messaggio contro l’umanità stessa ma, ovviamente, così non è! Tutt’altro!!!
Gli Angeli, portatori del messaggio del Padre, della Madre, di Gesù e di altri Esseri Celesti, ci chiedono di allontanarci da tutto ciò che è contrario all’amore di Dio, proprio per portare a compimento il piano di salvezza di quella parte di umanità corrotta.
Ci chiedono di riconoscere una appartenenza che è celeste, e di non mischiarci con quanto danneggia e attacca lo Spirito.
Questa umanità va trasformata, non distrutta.
E così tutto ciò che in noi è “mondo”, tutto ciò che è fuori Spirito, va trasformato, va ricondotto alle leggi dell’Amore e della Fraternità, agli insegnamenti del Vangelo e della Bibbia, che il messaggio contenuto in “Angeli in Astronave” rende sempre più attuali e comprensibili per noi.
Ecco l’importanza del discernimento, del comprendere nel profondo l’entità delle parole utilizzate dai nostri messaggeri celesti che rivelano uno Spirito ben preciso. San Paolo dice che la Scrittura non deve essere presa alla lettera, ma va compresa nello Spirito con il quale ci è stata trasmessa. Infatti la lettera può uccidere, mentre lo Spirito dona la vita.
Altrimenti si rischia di estremizzare dei concetti, di stravolgerli e di confondersi.
Tutto ha un senso se letto e vissuto con l’ottica dello Spirito che non esclude ma include, che non demonizza ma agisce per amore, che non abolisce ma trasforma e supera.
Il linguaggio dello Spirito ci insegna che molte possono essere le lingue parlate ma che, se il comune denominatore è il medesimo, cioè l’Amore Universale (che è l’Amore verso Dio, verso il prossimo e verso la creazione), l’accoglienza, la condivisione fraterna, non vi è pericolo di fraintendimento.
Gli Angeli ci insegnano molto perché ci vogliono testimoni di molto, perché siamo nel tempo finale che prelude alla trasformazione universale del mondo.
Tutti noi che siamo stati toccati da una dimensione soprannaturale, superiore, dallo Spirito delle parole del messaggio di salvezza donatoci dal Padre attraverso i suoi Angeli, diventiamo testimoni di questo messaggio, portatori di luce e trasformazione della parte di mondo - dentro e fuori di noi - che ne ha necessità, che ha fatto scelte non d’Amore.
Trovo che sia una grande e magnifica opportunità di collaborare con gli Angeli, con Gesù, con il Padre, con la Madre Celeste, la Donna sublime dello spazio apparsa a Giorgio e a Tina, per il trionfo della bontà, della carità, della salvezza… nell’anelito d’amore dello Spirito Santo, che è lo Spirito di Dio.
La Madre Celeste ha detto a Giorgio: “La salvezza verrà dal cielo ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, di un po’ di bontà e di conversione al bene che ognuno può operare in se stesso e dove vive: ognuno può mettere una piccola pietra; tante pietre saranno da noi radunate e poi faremo il resto perché l’edificio dell’Amore e della salvezza sia edificato per il futuro.”
Accogliere questo accorato richiamo della Madre vuol dire divenire parte di una schiera, di un popolo di Angeli-uomini che collabora al compimento del Disegno d’amore e di salvezza del Cielo che si disvelerà sempre più nella sua semplicità, grandiosità e magnificenza.
Vi abbraccio con amore.
Michela

002 – Le vie dello Spirito – Febbraio 2019

Le ottiche dello Spirito (di Michela Antinucci)

Carissimi amici e fratelli,
riflettevo nei giorni scorsi sui diversi percorsi che possono aver caratterizzato la ricerca e la crescita spirituale di ciascuno di noi e sulla pazienza e gradualità con cui gli Angeli ci hanno condotto e ci conducono passo passo.
Se ci ritroviamo qui a voler approfondire i contenuti del libro “Angeli in astronave”, vuol dire che crediamo nella esperienza fatta da Giorgio e dai suoi amici, crediamo nell’esistenza dei Fratelli Extraterrestri e di una dimensione che va oltre quella fisica e quella animica.
Ma il libro ci rivela e chiarisce anche che i Fratelli Extraterrestri che hanno contattato Giorgio sono gli Angeli e provengono da una dimensione spirituale. Con gli Angeli vi erano anche dei fratelli un tempo vissuti sulla Terra e altrove. Ci si aprono così nuovi orizzonti e nuove riflessioni sulle dimensioni della Creazione, fisica, animica e spirituale, appunto.
Gli Angeli ci insegnano che lo spirito “ha la capacità di vivere nello sconfinato Spazio oltre la Barriera Celeste”.
Al capitolo 12 del libro “Angeli in astronave”, dal titolo “A bordo dell’astronave”, leggiamo che Firkon spiega: “I Fratelli dello Spazio, quali noi siamo, sono coloro che hanno già realizzato il corpo spirituale e quindi normalmente soggiornano nei meravigliosi mondi della Luce nello Spazio ultracosmico. I Fratelli dello Spazio, quelli che le Scritture chiamano spesso Angeli o il Signore, possono intraprendere viaggi nelle dimensioni cosmiche…”.
E ancora, al capitolo 13, dal titolo “Sosta nello spazio”, essi si definiscono “gli Angeli consolatori di chi subisce” e parlano del Padre che li ha inviati sulla Terra per una grande missione di salvezza. Essi fanno frequenti richiami alle Scritture e a Gesù Cristo quale Signore dello Spazio (vedi, ad esempio, alle pagine 124 e 126). Viene poi narrato dell’incontro con Gesù, il buon Pastore (vedi a pagina 150) che racconta e spiega il meraviglioso Piano Divino di salvezza per gli uomini ribelli; Gesù parla del Padre, della Madre e di tutti i Figli della Fratellanza Universale che operano in attesa del ritorno sulla Terra dell’universale comunione d’Amore e di Pace.
È evidente che il libro è un primo passo verso una apertura ai mondi dello spirito ed alle realtà ultra-fisiche, ma nell’approfondire le parole del testo non possiamo non riconoscere che questi Esseri sono quegli Angeli dell’Eden, da sempre al servizio della Trinità Divina, che ci amano di un amore squisito, che ci consolano, proteggono, consigliano, ascoltano ed operano incessantemente per la Creazione.
Ed è altrettanto evidente che il Padre di cui si parla è Dio Padre, Giusto e Misericordioso, addolorato per le scelte di alcuni suoi figli, il quale ha tessuto una trama sapiente per portarli alla salvezza e alla resurrezione, finanche sacrificando Suo Figlio Gesù, il Salvatore.
Così come non possiamo non riconoscere che la Donna Sublime, la Signora dello Spazio, Colei che sostiene, accompagna e corona con la sua bellezza e delicatezza (vedi a pagina 150) Gesù nel capitolo 15, dal titolo “Su un pianeta meraviglioso”, è la Madre, la Madonna, Regina della Preghiera, della Pace e della Vittoria, che ci esorta alla preghiera fervente per questo ultimo tempo previsto da millenni e intercede per noi con la sua sapienza, tenerezza e fermezza. Ella ci ribadisce che la preghiera è un mezzo per ottenere salvezza (vedi a pagina 92) e che possiamo pregare come vogliamo, basta farlo con semplicità e bontà.
Se davvero desideriamo comprendere sempre più queste realtà dello spirito ed accostarci sempre più a questi Esseri, occorre dar loro il giusto connotato, giusto nel senso di coerente con la rivelazione data dagli stessi e contenuta nel libro “Angeli in astronave”, se ci crediamo davvero.
È importante, quindi, iniziare a credere che l’unico vero maestro della Creazione è Gesù e che le realtà che si sono manifestate agli occhi di Giorgio, di Tina e dei suoi amici, sono quelle della Trinità Divina e delle sue schiere angeliche, pur con diversi nomi e pur attraverso forme cosiddette cosmiche, quali le astronavi.
Di certo nessuno di Loro aveva bisogno delle astronavi per manifestarsi a Giorgio e agli altri, ma Essi si sono adeguati alla dimensione dei fratelli visitati ed anche gli insegnamenti dati sono in linea con un linguaggio comprensibile ai fratelli visitati.
Non dimentichiamo poi che il libro è stato edito negli anni ’80, con non poche difficoltà, per quei tempi, nell’affrontare temi che oggi già ci sembrano molto meno scottanti e più familiari.
Oggi possiamo accogliere e capire maggiormente le forme cosmiche con le quali sono stati visitati Giorgio e i suoi amici e il linguaggio utilizzato nel libro e possiamo riconoscere con chiarezza le figure protagoniste di quelle manifestazioni.
Se non partiamo da questa base comune di lettura, ci resta difficile approfondire i contenuti delle rivelazioni che abbiamo letto e possiamo facilmente cadere ancora nella confusione.
L’esperienza narrata ci porta a scoprire i mondi dello spirito, la Fraternità che è un qualcosa di più profondo, ampio e forte della Fratellanza, l’unione mistica con Dio, con la Madonna, con Gesù; è un invito a vivere e testimoniare l’Amore, il calore dello Spirito, a vivere e testimoniare il Disegno di Salvezza operante per consentire a Gesù di fare nuove tutte le cose, è un invito ad aprire gli occhi sulle rivelazioni profetiche delle Scritture, sempre attuali.
Al Profeta Ezechiele, nella Bibbia, il Signore mostra la sua gloria cosmica, la grande nube, il carro di fuoco o astronave celeste, con i suoi quattro Angeli o Esseri Viventi. Ezechiele accoglie con amore e stupore la manifestazione del Signore nelle forme cosmiche e così, alla luce di questa accoglienza, la voce di Dio gli parla, lo ammaestra e consente allo Spirito Santo di entrare in lui.
Possiamo leggere ed immaginare i Dischi e le Astronavi come delle Case di Luce, come dimore dello Spirito, al pari delle forme spaziali che Ezechiele nella Bibbia chiama “nube”, “essere vivente”, “carro di fuoco” o “turbine”.
Anche noi, come Ezechiele, possiamo scegliere di volere ascoltare la chiamata di Gesù e gli insegnamenti suoi e delle sue schiere celesti, accedendo ad un’ottica spirituale sempre più cosciente e lasciandoci pervadere dallo Spirito Santo.
Se accogliamo questa chiamata divina ed iniziamo a parlare questa nuova lingua spirituale, entreremo sempre più nelle ottiche dello Spirito e comprenderemo meglio tutto quanto ci accade in questa realtà fisica e quanto va accadendo nella realtà animica (o cosmica) fino a quella spirituale, dando modo a Gesù di compiere in noi quel salto di qualità che, sono certa, tutti noi aneliamo fare.
Sono convinta che ciascuno di noi ha avuto il proprio contatto col Cielo, la propria chiamata, altrimenti non saremmo qui a scriverci e a dialogare. Le risposte che mi sono arrivate da alcuni di voi, dopo la pubblicazione del primo scritto, ne sono prova tangibile. Si tratta ora di dare una collocazione a questa chiamata ed alla missione che ad essa è collegata, di scegliere di rispondere “si” con amore e stupore, come Ezechiele, entrando sempre più profondamente nella rivelazione e negli ammaestramenti che Dio Padre ci ha dato con Gesù, con la Madre, gli Arcangeli, i Profeti e con le schiere degli Angeli, nel Fuoco d’amore dello Spirito Santo.
Vi abbraccio con amore.
Michela

001 – Le vie dello Spirito – Gennaio 2019

Somnium Scipionis (di Michele Immorali)

Sono uno studente della facoltà di Lettere Antiche dell’Università di Pisa.
Eccomi a riportarvi alcune parti che reputo non solo importanti, del brano dell’Opera di Cicerone, tratto dal VI libro del De Re Publica. Siccome sono assolutamente convinto che niente viene a caso, il Signore me lo ha posto come brano di esame.
Si tratta del Sogno di Scipione, fatto nel 146 a. C., durante la terza guerra Punica e trascritto da Cicerone tra il 54 e il 51 a. C.
Due cenni per farvi capire chi era Scipione Emiliano: politico e militare romano, figlio del vincitore della Macedonia Lucio Emilio Paolo e nipote adottivo di Scipione l'Africano.
La morte di Scipione Emiliano resta ancora nell’ombra; sono stati trovati segni sul collo come di strangolamento, ma non è mai stato scoperto il colpevole.
Scipione l’Africano compare in sogno al nipote e, vedendolo spaventato, lo tranquillizza; dopo alcune profezie circa la sua futura carica politica, la sua possibile morte violenta, che, come dice avverrà a 56 anni, prodotto di numeri considerati perfetti: il 7 e l’8. Inizia quello che, per noi, è più interessante. L'Africano dice che esiste in cielo un luogo detto “dei Beati”. L’Emiliano allora chiede se questi hanno un corpo in carne e ossa e l’Africano risponde: “In verità ancora vivono questi che si sono liberati in volo dai vincoli corporei, quasi come da un carcere, quella che viene definita la vostra vita è, in realtà, una morte”.
Infatti l'abbraccio tra Emiliano e il suo padre biologico Lucio Emilio Paolo, fra due corpi consistenti, è commovente.
Come tutti noi ci siamo chiesti, anche Emiliano chiede: “Ti prego... padre... poiché questa è la vita... perché sosto ancora qui sulla Terra?”.
E Paolo Emilio: “... quando Dio libererà dai vincoli il corpo! ... il genere umano è procreato secondo questa legge con lo scopo di custodire questo globo che vedi in mezzo a questo tempio, la Terra... a questo globo è stata data un’anima e… tu e tutti gli uomini con devozione dovete trattenere l’anima nella custodia del corpo. Senza il suo ordine, dal quale vi è data l’anima, la vita umana non deve trasmigrare affinché non sembriate sottrarvi al compito umano assegnato da Dio… Coltiva giustizia e pietà… questa è la via per il Cielo…”
Ora descrive il luogo: “Era un circolo luminescente tra fuochi di un abbagliante splendore… da cui tutto mi sembrava meraviglioso e lucente, con stelle così grandi da non averne mai viste… la Terra mi apparve così piccola da rincrescermi di vedere il nostro impero come un semplice puntino…”.
L’Africano, vedendolo contemplare la Terra, lo ammonisce di non esserne troppo legato, facendogli notare che il tempio in cui si trova nel sogno, è quello in cui tutte le orbite dell’universo (lui dice 9) sono comandate e ordinate da Dio. Sotto è tutto caduco, sopra è tutto eterno”.
Il passo successivo all’argomento che interessa la vista, è quello dell’udito. L’Emiliano ode un suono soave creato dalle orbite dei pianeti a intervalli regolari e in equilibrio (la Terra dice che è immobile). Le altre 8 sfere, due di uguale intensità, producono 7 suoni distinti, le note (dice che questo numero è il perno di tutte le cose). I dotti hanno cercato di imitare questo suono con strumenti musicali e con canti per aprirsi la strada in quel luogo celeste.
L’Africano consiglia di alzare lo sguardo verso il Cielo e di non fossilizzarsi sulle istanze umane: “Dagli uomini non ci si può aspettare gloria alcuna… le lodi di eroi che si sono susseguiti a causa di alluvioni e cataclismi, fenomeni che è necessario che capitino a intervalli fissi, non restano in eterno”.
Fa cenno anche ai pettegolezzi, alle calunnie, alle offese e dice: “Come le lusinghe allontanano dalla vera gloria, se sparlano, che se la vedano tra di loro”. Sono discorsi limitati dai confini terreni e caduchi come la Terra.
L’Emiliano promette di fare più attenzione a tutto ciò che può aprire la strada per quel posto del Cielo.
Infine l’Africano gli dice: “In realtà sappi che non sei tu mortale, ma il tuo corpo, non sei quello che il suo aspetto esteriore mostra, ma ognuno ha il suo spirito, non l’immagine apparente. Sappi che tu sei come un dio e, come il vero Dio vigili, senti, ricordi, provvedi, governi, regoli e muovi quel corpo che ti è stato assegnato come fa il sommo Dio con questo mondo. Come quel Dio eterno muove quel mondo mortale, così l’anima immortale muove il fragile corpo”.
Africano esorta Emiliano a esercitare l’anima in nobili impegni e, quando ci sarà, dice, la fine del corpo, rapidamente si libererà dalla sua prigione e si ritroverà con il corpo nel Mondo dei Beati. Al contrario le anime di coloro che si dedicarono ai piaceri corporei, violando le leggi umane e divine, una volta lasciato il corpo, si aggirano intorno alla Terra e non fanno ritorno in questa dimora se non dopo molti secoli. Il sogno termina qui.
Spero che possiate trovare gli spunti, come io penso di aver trovato, e non vedo l’ora di ascoltare la vostra esposizione per un arricchimento mio e di tutti.

Vi abbraccio forte.

Vostro Michele di Rosignano Solvay